
Due uomini sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore della Repubblica f.f., dott. Giuseppe Lombardo.
A finire con le manette ai polsi sono stati Giuseppe Aquino, 63 anni, di Marina di Gioiosa – figura, secondo i magistrati della Dda reggina di primo piano dell’omonimo clan gioiosano – e Vincenzo Marrapodi, 32 anni, anch’egli di Marina di Gioiosa, ritenuto persona di fiducia di Aquino.
L’indagine ha permesso di far luce su un sistema estorsivo particolarmente aggressivo e strutturato che ha cercato di estendere il proprio controllo anche su un’opera pubblica altamente simbolica: la ricostruzione di una scuola elementare nel comune di Marina di Gioiosa Jonica (RC).
Le attività investigative condotte dai carabinieri – e sviluppate con rigore e attenzione al dettaglio – hanno permesso di ricostruire un quadro inquietante. Tra il 2019 e il 2020, l’impresa incaricata dei lavori pubblici sarebbe stata sottoposta a continue pressioni e condizionamenti da parte di un esponente di vertice di una nota consorteria mafiosa, il quale avrebbe imposto la propria “autorità” su ogni aspetto dell’intervento edilizio.
Al centro della vicenda, una figura emblematica: “l’Ingegnere”, soprannome con cui spesso veniva evocata la figura dell’estorsore. Ogni decisione, ogni movimento del cantiere doveva passare dal suo benestare. E per garantire un controllo diretto, l’uomo aveva imposto l’assunzione di un proprio fiduciario all’interno della ditta. Da lì, ordini precisi: noleggiare mezzi solo da fornitori “amici”, acquistare materiali da imprese compiacenti, muoversi sotto la sua supervisione costante.
Un copione noto nelle dinamiche mafiose, ma che si rinnova nella sua ferocia e capacità di infiltrazione, anche in opere simbolo come la ricostruzione di una scuola. “L’Ingegnere” avrebbe persino descritto quel sistema come una realtà ineludibile: a Marina di Gioiosa Jonica, secondo lui, non si poteva operare senza chinare il capo.
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