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Omicidio Bellocco, il gup di Milano rigetta tutte le richieste di parte civile

I legali dei familiari della vittima avevano chiesto la separazione del processo e la contestazione delle aggravanti nei confronti di Andrea Beretta. Il 15 maggio la requisitoria del pubblico ministero

Il gup di Milano ha ribadito in modo chiaro qual è la linea che seguirà per decidere sull’omicidio di Antonio Bellocco, per il quale è accusato Andrea Beretta. Una linea che è stata esplicitata nel corso dell’ultima udienza quando il giudice per l’udienza preliminare ha rigettato tutte le richieste avanzate dalle parti civili, che rappresentano la famiglia della vittima.

In primo luogo, quella dell’opposizione alla riunificazione dei due procedimenti, decisa dal tribunale, nati dall’inchiesta “Due curve” della Dda meneghina; e della separazione della contestazione di omicidio dagli altri fatti dibattuti nel processo. Per i legali, infatti, l’omicidio è un fatto compiuto, c’è un video nel quale si evincono i fatti e l’imputato accusato nel delitto è reo confesso. Non ci sarebbe stato motivo, quindi, secondo le parti civili di continuare il processo a Beretta insieme agli altri imputati a cui vengono contestati altri reati.

Dopo la camera di consiglio, il gup ha rigettato la prima richiesta perché il contesto più ampio sul quale si sta trattando in dibattimento spiegherebbe l’origine stessa del delitto. Stessa sorte anche per le altre richieste dei legali della famiglia, cioè in merito alle contestazioni delle aggravanti (premeditazione, motivi abietti e crudeltà) che vorrebbero fossero contestate a Beretta. Il tribunale in sostanza ha concordando con la qualificazione data dalla Dda, vale a dire omicidio per dolo d’impeto (cioè avvenuto per un raptus omicida.
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