Reggio

Giovedì 01 Maggio 2025

Mega depuratore di Gioia Tauro. Il racconto di un disastro sfiorato

Verrebbe da dire “nulla di nuovo sotto il sole” in contrada Lamia, strada di accesso al porto di Gioia Tauro lungo la quale si erge l’arcinoto megadepuratore consortile gestito dalla società Iam spa, leggendo le dichiarazioni del delegato ambientale dell’azienda, Michele Moscariello rese alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in audizione lo scorso 3 aprile. Chi ha seguito e conosce le alterne vicende dei reflui trattati nell’impianto prospicente il popoloso quartiere “Fiume” con annessi miasmi, problema oggi finalmente risolto, della grande falla nella condotta a mare, anche questa riparata con gran dispendio di risorse, dello scandalo petroli dell’indagine “Tempa rossa” che ha visto la Iam assolta da tutte le accuse, dell’inchiesta “Metauros” che l’aveva invece portata al sequestro e all’amministrazione giudiziaria per due anni, chi conosce tutto questo, insomma, sa bene che le parole del dirigente, seppur di primo acchito inquietanti, si riferiscono a una brillante operazione portata a termine nell’aprile del 2023 dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio, insieme al personale specializzato della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura di Palmi. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale

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