
A un secolo dall’entrata in funzione, a trent’anni dall’inizio della dismissione e ad ormai una quindicina dalla chiusura, le Linee Taurensi di Ferrovie della Calabria (FdC) non sono forse mai state così centrali nel dibattito sul trasporto pubblico locale. I motivi sono molteplici, e tutti piuttosto validi: innanzitutto le condizioni pietose in cui versano le strade della Piana di Gioia Tauro, poi la futura realizzazione del Nuovo Ospedale a Palmi ma anche il vertiginoso sviluppo del porto di Gioia Tauro, diventato uno dei primissimi scali di transhipment del Mediterraneo.
Fattori straordinari che si innestano su quelli endemici di un territorio complesso dal punto di vista orografico e storicamente servito poco e male dalla Ferrovia Tirrenica Meridionale delle FS – con poche stazioni e non sempre adeguatamente collegate, come per esempio quella di Palmi-Taureana – tanto che sin dall’inizio si dovette pensare a un sistema di trasversali, prevalentemente su strada, per raggiungere i centri dell’entroterra.
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