
«La famiglia in cui sono nato e cresciuto era una famiglia di contadini, per cui anch’io ho cominciato a lavorare la terra come i miei genitori e a pascolare il gregge. Ho frequentato la scuola fino alla seconda media, poi ho dovuto lasciare per aiutare la mia famiglia nel lavoro dei campi. Sul far della sera, mentre rientravo a casa dopo una lunga giornata di duro lavoro nei campi, in prossimità dello scoglio improvvisamente venni abbagliato da una grande luce e vidi proprio sulla sommità di esso una giovane ragazza di rara bellezza, in atteggiamento di preghiera. Ho avuto paura e stavo per scappare. In quel preciso istante la ragazza si mosse e mi fece segno con la mano di non scappare dicendomi: Non avere paura, vengo dal paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la Madre del Figlio di Dio; sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore».
È iniziato così, domenica scorsa, il racconto di fratel Cosimo, il mistico placanichese protagonista dell’esperienza spirituale straordinaria vissuta l’11 maggio 1968 nella solitaria borgata di S. Domenica che trasformò un giovane contadino in un giovane consumato dall’amore di Dio e icona vivente di un Vangelo.
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