
Lei, Penelope, aveva escogitato il più famoso stratagemma della letteratura di ogni tempo: in attesa del suo Ulisse, la notte disfaceva la tela che aveva tessuto durante il giorno. Loro, al Comune, non lo fanno apposta ma il risultato cambia poco: sul fronte mare ad ogni passo avanti ne corrispondono altri indietro. L’idea portata avanti dalla giunta Falcomatà non fa una grinza: mettere insieme tutti i tasselli del mosaico per giungere, passo dopo passo, ad un lungomare ininterrotto da Gallico attraverso porto, futuro Museo del mare e nuovo waterfront almeno fino al Parco Lineare Sud, per poi proseguire fino a Pellaro. Il problema è che le cesure restano. E la principale è rappresentata dal ponte sul Calopinace, storica incompiuta che rischia di diventare simbolo di un (almeno parziale) fallimento.
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