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Cocaina dal Sudamerica alla Locride tra importazione e produzione: 21 arresti a Platì e Siderno, indagati anche a Napoli. Quattro persone irreperibili

Tre differenti associazioni per delinquere finalizzate, le prime due all’importazione dalla Colombia e dall’Ecuador di ingenti carichi di droga occultata all’interno dei containers sulle navi commerciali e, una terza, specializzata nella coltivazione di piante di canapa indiana e nella commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio della marijuana ricavata

All’alba di oggi, un’operazione ad ampio raggio condotta dalla Polizia di Stato italiana ha portato all’arresto di 17 persone sospettate di far parte di una rete criminale transnazionale coinvolta in traffici internazionali di droga e armi.

Oltre 120 agenti hanno eseguito simultaneamente perquisizioni e arresti in diverse città italiane, tra cui Platì, Siderno, Milano, Spoleto, Pavia e Voghera. Altri quattro indagati risultano al momento irreperibili, e le autorità italiane hanno attivato i canali di cooperazione internazionale per la loro cattura.

Operazione "Pratì"

L’operazione, battezzata "Pratì", è il risultato di una complessa inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria sotto la guida del procuratore Giuseppe Lombardo. L'indagine ha smantellato tre distinte associazioni per delinquere connesse al traffico di cocaina dal Sud America e alla coltivazione su larga scala di marijuana nel sud Italia.

Il traffico internazionale di cocaina

Secondo gli investigatori, i gruppi criminali erano coinvolti nell’importazione di cocaina da Colombia ed Ecuador, sfruttando navi commerciali e metodi di occultamento sofisticati, come l’inserimento della droga all’interno di container o addirittura in chicchi di caffè spediti tramite corriere espresso. In un episodio chiave dell’inchiesta, gli agenti della Squadra Mobile hanno intercettato e sequestrato un pacco DHL all’aeroporto di Ciampino (Roma) contenente circa un chilogrammo di cocaina ad alta purezza. Il traffico intercontinentale, se portato a compimento, avrebbe generato un giro d’affari superiore ai 30 milioni di euro, secondo le stime degli investigatori. Al centro delle operazioni di trasporto vi erano soggetti calabresi residenti in Colombia, incaricati di seguire tutte le fasi della spedizione: dal contatto con i narcos del “Clan del Golfo”, alla logistica di viaggio, fino all’individuazione delle navi commerciali più adatte a eludere i controlli doganali.

Legami con la 'Ndrangheta di Mammola

Almeno due degli arrestati risultano già coinvolti in un'altra operazione antimafia, denominata “Malea”, e ritenuti affiliati alla cosca Scali-Abbate della 'ndrangheta di Mammola. Le indagini hanno rivelato che uno degli indagati fungeva da broker con i cartelli colombiani, mentre un altro agiva da intermediario con i mandanti calabresi. Entrambi ricoprivano ruoli apicali all’interno della struttura mafiosa, con titoli di “Capo Società” e “Mastro di Giornata”.

Tre gruppi criminali e la produzione di marijuana

Parallelamente al traffico internazionale di cocaina, il terzo gruppo criminale si dedicava alla coltivazione intensiva di canapa indiana nelle campagne calabresi. Gli indagati avrebbero operato con criteri imprenditoriali, curando ogni dettaglio: dalla selezione dei semi alla gestione dell’illuminazione e dell’irrigazione, fino al confezionamento e alla distribuzione della marijuana all’ingrosso e al dettaglio.

Le tre organizzazioni smantellate, sebbene operative in territori distinti come Platì e Siderno, risultavano collegate da elementi comuni, con una precisa suddivisione di ruoli e competenze. Gli inquirenti parlano di una struttura “perfettamente organizzata e transnazionale”, in grado di dialogare su base paritaria con i cartelli del narcotraffico sudamericano.

 

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