Reggio

Martedì 15 Luglio 2025

La 'ndrangheta e il mercato della droga. A Reggio scoperti oltre 480mila euro in contanti nel sito di stoccaggio dei clan

Dall’importazione all’ingrosso di cocaina, allo spaccio nelle piazze: così due distinte organizzazioni criminali, con il ricorso al metodo mafioso, rifornivano stabilmente il mercato della cocaina nel Reggino e a Catania. L’odierna inchiesta, eseguita sinergicamente da polizia, carabinieri e Guardia di finanza, con il coordinamento del Procuratore f.f. della Dda, Giuseppe Lombardo, ha tirato le fila conclusive di una precedente operazione del 2024 contro personaggi indicati come vicini alle cosche di 'ndrangheta del "Valanidi", dove domina gli affari illeciti la "famiglia" Ficara-Latella, una delle più attive nella guerra di mafia che ha lasciato sul terreno di Reggio Calabria, tra il 1985 e il 1991, circa mille morti ammazzati, mattanza esplosa dopo la rottura di consolidati equilibri criminali con l’omicidio, avvenuto il 10 ottobre del 1985, del boss Paolo De Stefano. Procura, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno ottenuto dal Gip di Reggio Calabria gli arresti per 54 persone, e l’iscrizione nel registro degli indagati per altre 28, che rispondono in stato di libertà. Secondo gli inquirenti, gli arrestati e i loro complici «disponevano in qualsiasi momento per i potenziali acquirenti ogni qualità di droga: cocaina, crack, hashish e marijuana». Un secondo ramo del gruppo criminale, invece, operava nel traffico internazionale di stupefacenti, con basi in Ecuador, Spagna, Germania, Olanda e Belgio, sfruttando il porto di Gioia Tauro come hub strategico. «Un sodalizio criminale - affermano gli investigatori - ben coeso ed organizzato, fondato anche su stretti legami familiari, che aveva come base operativa e strategica l’abitazione del suo capo, sita in un comune aspromontano», dov'era ristretto agli arresti domiciliari. Nell’operazione sono stati sequestrati 117 kg di cocaina, nascosti all’interno di un autoarticolato appena uscito dal porto di Gioia Tauro, e 483.000 euro in contanti, occultati nel sito di stoccaggio utilizzato dai clan, individuato a Reggio Calabria, e beni per 1,5 mln di euro.

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