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Il magistrato Giuseppe Borrelli torna in Calabria. Dall'1 agosto sarà il procuratore di Reggio Calabria

Il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli durante la conferenza stampa nella Procura di Napoli sull'operazione che ha portato all'arresto di numerose persone legate al clan dei casalesi per presunti appalti truccati indetti dall' Azienda Sanitaria Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, 21 gennaio 2015.ANSA / CIRO FUSCO

Dopo cinque anni alla guida della procura di Salerno, Giuseppe Borrelli si appresta a lasciare l’incarico per assumere, dopodomani, la direzione della procura di Reggio Calabria. Un passaggio che segna, per lui, anche un ritorno, seppure in un’altra città, in Calabria, terra che il magistrato conosce bene. A Catanzaro, infatti, Borrelli ha ricoperto, negli anni passati, il ruolo di procuratore aggiunto.

Il capo dei pm salernitani, oggi, incontrando i cronisti, traccia il suo bilancio. «Credo di aver lavorato bene e di aver fatto un lavoro di cinque anni che giunge alla sua conclusione fisiologica - dice - abbiamo fatto un buon lavoro nella ricostruzione di quelli che sono gli assetti criminali, soprattutto dell’agro nocerino sarnese, trovando anche delle novità rispetto a quelle che erano le consapevolezze e le conoscenze iniziali». Il lavoro, adesso, continuerà, ma l’importante è che la procura abbia «migliorato ha la qualità dell’investigazione allo scopo di autolimitarsi soprattutto nell’esercizio dell’azione penale, cioè di essere in grado di anticipare quelle che erano le previsioni sulla possibilità di condanna dell’imputato. E questa credo che sia una cosa sia nel rispetto dell’imputato, sia anche allo scopo di efficientare il funzionamento del dibattimento».

Dai procedimenti di criminalità organizzata a quelli in materia di pubblica amministrazione, sono diverse le indagini svolte in questo ultimo lustro. Tra queste ultime, anche quelle del caso Vassallo, il sindaco 'pescatorè Angelo di Pollica Acciaroli, ucciso nel 2010, per il quale Borrelli ha precisato che «la decisione, da parte del tribunale del Riesame, conforme peraltro alle nostre richieste di scarcerare gli indagati, darà anche al giudice del dibattimento la possibilità di affrontare la ricostruzione di un caso complesso nel modo più sereno possibile, nel rispetto di tutti e anche dei diritti degli imputati di cui, in questo caso, in particolare tenuto conto anche della natura del processo, va rispettata la presunzione di non colpevolezza».

Quanto alla Calabria, «è una terra che io ho amato, è un posto dove credo di aver lavorato bene, dove ho vissuto una delle esperienze più belle dal punto di vista professionale».

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