Reggio

Lunedì 04 Agosto 2025

Gioia Tauro candidata al polo Dri dell’ex Ilva: 7 miliardi di investimenti e 2.500 posti di lavoro. Urso: “Decarbonizzazione completa in otto anni”

«Nel progetto che abbiamo illustrato ai sindacati e agli enti locali, l’ammontare degli investimenti necessari pubblici e poi, successivamente, privati, per realizzare i quattro Dri ipotizzati in otto anni, è pari circa a 6-7 miliardi di euro con un’occupazione nella fase di realizzazione, di almeno 2.500 occupati oltre ovviamente quelli che poi dovranno essere impiegati per l’attività del Dri». Lo ha detto oggi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nella visita al porto di Gioia Tauro, a proposito dell’ipotesi di costruire il polo del preridotto di ferro (Dri) dell’ex Ilva in Calabria in alternativa a Taranto, dove gli impianti della stessa ex Ilva hanno sede. I primi 2 Dri, ha specificato Urso, «dovranno essere realizzati nei prossimi 4 anni in contemporanea allo spegnimento del primo altoforno a Taranto e alla realizzazione dei primi due forni elettrici, uno a Taranto e l’altro a Genova. Poi - ha aggiunto Urso - il terzo Dri nei successivi 2 anni, quando si spegnerebbe il secondo altoforno e a Taranto sarebbe realizzato il secondo forno elettrico, e il quarto Dri nei successivi 2 anni. Nell’arco di otto anni - ha rilevato Urso - gli interi impianti siderurgici dell’ex Ilva saranno pienamente decarbonizzati».Consenso all’eventuale investimento è venuto anche dai vertici della Regione Calabria, per i quali il polo del Dri a Gioia Tauro «potrebbe trovare concreta attuazione e un contesto istituzionale solo nell’ipotesi che a Taranto si decidesse di non accogliere la nave rigassificatrice». «La piastra del freddo ci sarà quando ci sarà il rigassificatore terrestre, che è un’opera che questo governo regionale ha molto spinto. Ci darebbe la possibilità di avere qui una piastra del freddo capace di collocare un distretto dell’agroindustria e di surgelare i prodotti dell’agricoltura - ha rilevato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nella stessa occasione -. Il Governo, già un anno e mezzo fa, ha dichiarato quest’opera strategica, quindi chi la realizzasse, potrebbe avere l’opera ammortizzata attraverso la regolazione di Arera. Il rigassificatore - ha aggiunto Occhiuto - per noi è importante, strategico, e pur di attrarre investimenti a Gioia Tauro saremmo disponibili anche a partire con una nave rigassificatrice nella prima fase. Il porto di Gioia Tauro è il primo porto in Italia per numeri di container, ha fatto 4 milioni e 200mila container, ma le esternalità positive per la Calabria sono davvero poche. Un porto di transhipment non genera ricchezza per la Calabria. Se questo grande asset logistico può essere utilizzato per popolare l’area retroportuale di investimenti strategici, che il Governo ha già in animo di fare, si parla di miliardi di euro oltre a quello di Fsc nazionale già impegnato per quest’attività, io credo che sia una buona cosa per la Calabria».

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