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Processo “Crimine” a Reggio Calabria, confermate nell’Appello bis numerose assoluzioni

Depositate le motivazioni dei giudici reggini dopo il rinvio degli atti dalla Suprema Corte

Sono state depositate le motivazioni della sentenza di appello bis del processo Crimine definito col rito abbreviato, che ha riguardato 11 imputati. Il processo è tornato davanti ai magistrati della Corte d’appello di Reggio Calabria dopo l’annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione.
Nelle 38 pagine di motivazioni i giudici reggini (presidente Lucia Monaco, consiglieri Sabato Abagnale e Cristina Foti) hanno assolto gli imputati Remigio Iamonte, difeso dall’avv. Loris Nisi, e Giuseppe Romeo Iaria (avv. Annunziato Alati), dal reato di intestazione fittizia di un esercizio commerciale sito a Melito Porto Salvo «perché il fatto non sussiste». La corte, quindi, ha rideterminato la pena per Iamonte in 8 anni e per Iaria a 2 anni. È stata ridetermina la pena anche nei confronti di Bruno Nesci (assistito dall’avv. Domenico Rocco Ceravolo) che dopo l’esclusione della Cassazione della sussistenza dei presupposti per configurare una cellula mafiosa nella città tedesca di Singen, ha condannato l’imputato a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, per il reato di porto e detenzione illecita di arma da sparo.
All’esito dell’appello bis è stata rideterminata la pena nella misura di 5anni e 8 mesi di reclusione per Antonio Gattellari, difeso dall’avv. Salvatore Pignataro, accusato di far parte della locale di Oppido Mamertina.
La Corte ha invece ritenuto «sussistenti in concreto i presupposti per il riconoscimento della recidiva reiterata» nei confronti di Raffaele D’Agostino, difeso dall’avv. Paolo Tommasini. Per quanto riguarda le posizioni annullate su ricorso del Procuratore Generale, la Corte d’appello ha confermato l’assoluzione di Mario Gaetano Agostino, difeso dall’avv. Guido Contestabile dall’accusa di rivestire un ruolo direttivo all’interno della “locale di San Giorgio Morgeto”.
Assolto anche Isidoro Cosimo Callà (avv. Enrico Barillaro e Giuseppe Milicia) che non avrebbe ricoperto ruoli di vertice all’interno del “locale di Mammola”.
Confermata l’assoluzione per Carmelo Gattuso (avv. Giacomo Iaria) in quanto «difetta la prova dell’esistenza di un vincolo associativo tra Gattuso e la locale di Oliveto».
Assolti anche Bruno Pisano, difeso dall’avv. Domenico Malvaso, con riferimento alla sua presunta appartenenza dell’imputato alla cosiddetta “società” di Rosarno; e Antonio Galea classe 1954, originario di Siderno e difeso dall’avv. Armando Gerace.

 

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