
Utilizzando un drone erano riusciti a fare entrare in carcere, all'interno dell'istituto penitenziario “Arghillà” di Reggio Calabria, telefonini e droga. Un progetto illecito, gravissimo perchè potenzialmente in grado di mettere a repentaglio la sicurezza dell'intera struttura carceraria e della popolazione detenuta e di chi ci lavora, stroncato dalla Polizia penitenziaria con un blitz da manuale. Proprio chi tra gli agenti era di turno di guardia nelle diverse postazioni di controllo ad “Arghillà” ha avvistato nella serata del 7 agosto un piccolo velivolo radiocomandato che sorvolava i padiglioni detentivi. Il drone girava e si aggirava evidentemente in attesa di arrivare davanti alle mani desiderate, a quei detenuti che erano in combutta con gli spedizionieri esterni, chi dall'interno del carcere aspettava la consegna del pacco. Scattava subito l'intervento della Penitenziaria. Come spiega il sindacato Sinappe, che plaude «ancora una volta alla prontezza operativa e grande spirito di osservazione» del personale, scattava l’azione degli operatori, sotto la direzione del comandante di reparto, che portavano all’immediata disposizione di una perquisizione straordinaria nella camera interessata.
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