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Rigassificatore a Gioia Tauro: perché accettare quello che Taranto non vuole?

Il quesito su Gioia Tauro posto dal Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio che propone un’assemblea pubblica sull’infrastruttura

La visita del ministro Adolfo Urso a Gioia Tauro, in compagnia del presidente dimissionario e ricandidato della Regione Calabria Roberto Occhiuto, ha riacceso un dibattito che nel territorio si pensava chiuso da anni: l’ipotesi di realizzare un nuovo polo siderurgico, alimentato da un rigassificatore off-shore. Un’idea che, secondo quanto emerso, sarebbe maturata dopo il netto rifiuto delle istituzioni e della cittadinanza di Taranto, dove un progetto simile era stato proposto in passato.
Il Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio (CMDT) ha espresso forte preoccupazione, sottolineando come si tratti di “decisioni calate dall’alto” senza un confronto con i cittadini e senza una seria valutazione dei rischi per la salute pubblica e per le vocazioni economiche della Piana – dal porto all’agricoltura, fino al turismo. «Se davvero è un progetto così green e vantaggioso – chiedono – perché Taranto lo rifiuta?». Il CMDT chiede chiarezza anche sugli effetti che la presenza di un rigassificatore galleggiante potrebbe avere sulle attività di transhipment del porto, oggi tra le più performanti a livello europeo.
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