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Reggio, ad Arghillà la parola d’ordine “ricollocare”. «A Torino ho visto tirare giù le torri»

Il comandante provinciale dei carabinieri, Totaro, racconta la sua esperienza alla commissione d’inchiesta. «Da Chiamparino un segnale positivo». Importante «la partecipazione collettiva a forme di controllo sociale»

Dalle indagini «emerge che sacche di degrado urbano e sociale» raccolgono «personaggi ai bordi di periferia, che si sono nel tempo prestati come manovalanza» criminale. Da Arghillà a Ciccarello, passando per Archi e rione Marconi, anche il comandante provinciale dei carabinieri, Cesario Totaro, ha tracciato il quadro dinnanzi ai componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sul degrado delle periferie. E dal resoconto dell’audizione avvenuta lo scorso giugno – così come da quelli già pubblicati dalla “Gazzetta” della prefetta Vaccaro e del questore La Rosa – emergono interessanti spunti di riflessione, a prescindere dall’aspetto meramente repressivo di fenomeni sociali estremamente complessi.

Di fatto, tra occupazioni abusive, ordinanze di sgombero per il comparto 6, proteste delle famiglie e polemiche politiche, Arghillà vive un Ferragosto di altissima tensione. «Senza dubbio Arghillà è una delle zone più sensibili», ha ammesso il generale Totaro. Le forze dell’ordine ci sono, ma non basta.
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