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Un altro anno perso al Parco lineare di Reggio tra scarichi fognari, divieti e sciatteria

L’altalena delle incompiute. Caridi: «La balneazione è vietata perché è considerata area industriale. Gli immobili non possono essere dati in gestione. Il Demanio chiede al Comune 750mila euro, così sono occupati abusivamente e vandalizzati»

La puzza persistente di fogna comincia ad aggredire le narici appena si giunge da nord all'altezza del Circolo dei pescatori. Qui si è avuto l'ardire di costruire una passerella che si affaccia dove il ruscelletto di acqua putrida incontra il mare. Al di sotto del Circolo ci sono una serie di box dedicati al ricovero delle barche dei pescatori, ma la maggior parte sono stati occupati da senzatetto che ci vivono dentro tra sporcizia, immondizia, escrementi. Il Parco lineare sud è un angolo bellissimo che si affaccia sullo Stretto e quasi sconosciuto per chi non è di Reggio Calabria. I residenti, dopo il grande investimento dell'amministrazione comunale che ne ha cambiato il volto, attendono che i problemi denunciati da anni vengano finalmente affrontati e risolti: dalle fogne che scaricano a mare al controllo degli immobili pubblici abbandonati; dal doppio senso di marcia per bypassare il passaggio a livello che tiene in ostaggio i residenti per molte ore al giorno, fino alla vigilanza del divieto di balneazione. «Chiediamo al Comune - dichiara Gabriella Caridi, presidente di uno dei due comitati di quartiere che dal 2016 si battono per dare decoro e sviluppo nella zona - che crei un tavolo dove tutte le parti coinvolte possano dialogare e trovare soluzioni definitive per il Parco lineare».
Le fogne nello Stretto
«Il grosso scarico fognario all'altezza del Circolo dei pescatori - spiega l'attivista - viene dal centro storico. È collegato a un impianto che avrebbe dovuto risolvere il problema già nel 2016 e per il quale sono stati spesi oltre 2 milioni e mezzo di euro: sono state costruite delle pompe di sollevamento e delle vasche. L'impianto, però, sembrerebbe essere sottodimensionato e non ha mai funzionato a regime. Quando hanno tentato di farlo funzionare ci sono state delle depressioni dell'asfalto, una sul viale Aldo Moro e l'altra nella traversa parallela al Soccorso. Diamo atto all'amministrazione comunale che a piazza della Pace dei lavori sono stati fatti e che grazie a questi lavori uno degli scarichi davanti al “Barrettino Baffo”, è stato deviato altrove, ma ci sono ancora dei residui di fogna che noi presumiamo siano abusivi». Andando avanti ci sono altri punti critici dove scarichi fognari giungono a mare. «Il Comune – ha prosegue Caridi – ci ha riferito di esserne al corrente, ma di fatto non sono mai entrati nei condomini per verificare da dove arriva questa fogna. Abbiamo denunciato tutto anche alla Procura». Nell'area della Capannina, nell'ultima settimana, gli attivisti hanno notato ci sarebbero «dei palazzi del viale e delle sue traverse che scaricavano i loro reflui a mare. Il comune nell'ultimo anno ha fatto tanti lavori. Ci sono delle pompe di sollevamento alla fine di alcune traverse. Sembrerebbe che siano state attivate, non sappiamo se sono state collaudate, però abbiamo chiesto che lo stagno di fogna che si è creato sulla spiaggia della Capannina venga incanalato al mare».

Un quartiere in ostaggio
Il parco lineare sud vive un altro grosso problema: il passaggio a livello all'altezza della Capannina. «Si chiude per circa 60 volte al giorno, per oltre 6 ore al giorno – spiega sconsolata Caridi - Abbiamo chiesto che venga predisposto il doppio senso di circolazione che era previsto nella progettazione iniziale, affinché quando ci sarà il ponte del Calopinace si possa andare nord-sud ed evitare questo blocco. Intanto, abbiamo chiesto al Comune che la bretella gemella della via Barlaam, utilizzata come strada di cantiere per i mezzi pesanti, venga resa fruibile anche alle auto. C'è stato detto che faranno una pista ciclopedonale con i soldi del Pnrr, ma a noi non serve a nulla. Il territorio è cambiato e quindi cambiano anche le sue necessità. Non si può pensare di sequestrare le persone in questo modo».

Immobili e demanio
Le due strutture presenti lungo la costa, il Circolo dei pescatori e quella nei pressi della Capannina sono di fatto abbandonate, vandalizzate e diventate ricovero di sbandati. «Queste strutture, ci ha detto il vicesindaco Paolo Brunetti – sottolinea Caridi - sono state costruite su terreno demaniale. Il demanio chiede 750.000 euro al comune. Una richiesta che il Comune in questo momento non può soddisfare e così la gestione di quei due immobili non può essere assegnata, mentre i box dei pescatori sono occupati abusivamente e le strutture vengono deturpate e vandalizzate».

Divieto di balneazione?
Lungo il Parco lineare sono stati affissi dei cartelli di divieto di balneazione, mentre i bagnanti sguazzano e nuotano in mare nei tratti di spiaggia tra uno scarico e l'altro. «Sulla non balneabilità – spiega Caridi – ci sono alcuni problemi. Abbiamo interloquito in proposito con l'Arpacal e ci hanno detto che in questa zona almeno fino a qualche anno fa non facevano prelievi perché esiste un divieto di balneazione permanente. L'area è registrata al ministero come zona periferica e industriale, anche se qui di industrie non ne abbiamo mai viste e il quartiere non è più periferia da anni. Quindi il Comune dovrebbe cambiare la destinazione per renderla balneabile. Solo allora i prelievi sarebbero regolari e il Comune non si potrebbe più nascondere dietro i cartelli di divieto e dovrebbe farla finita con gli scarichi. E nel frattempo che le analisi dell'Arpacal attestassero la balneabilità il Comune avrebbe l'obbligo di vigilare affinché quel divieto di balneazione venga rispettato».

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