
Cocaina pagata tramite pos con le tessere del reddito di cittadinanza. Succedeva a Cislago (Varese), presso un distributore di benzina gestito da Marco Bono, 51 anni, originario di Rosarno (Reggio Calabria) ma residente a Cadorago (Como), arrestato nella primavera del 2024 e condannato a vent'anni lo scorso maggio per reati di usura, spaccio, estorsione e armi nell’ambito dell’indagine Hocus Pocus della Squadra mobile di Como, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Milano Sara Ombra. Diciannove dei 25 indagati arrestati in quell'occasione - tra i quali Bono - hanno già definito le loro posizioni, ne restano sei, a processo in questi giorni a Como.
Oggi, in aula, ha deposto un ispettore della Mobile, che ha raccontato di come alcuni consumatori di cocaina si servissero del tesserino del reddito di cittadinanza per acquistare le dosi. Non solo: «Il pos del distributore - ha detto il poliziotto - veniva usato per pagare la droga ma anche per rivendere contante a chi ne aveva bisogno, trattenendo una commissione del 10% e pure per incassare gli interessi dei prestiti a tassi di usura»
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