Marjan era estranea agli scafisti dello sbarco del 2023 a Roccella
Il contenuto dei dispositivi telematici sequestrati agli imputati è alla base della sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Locri nei confronti di Marjan Jamali dall’accusa di aver avuto un ruolo nell’arrivo in Italia di 106 migranti, giunti nel porto di Roccella Jonica il 27 ottobre 2023. Il collegio, composto dai giudici Rosario Sobbrio, Mario Boccuto e Raffaele Lico, ha invece condannato a 6 anni di reclusione l’altro imputato, Amir Babai. Marjan Jamali, difesa dall’avv. Giancarlo Liberati, è stata assolta per non aver fornito alcun contributo concreto alla traversata. Nei suoi confronti la Procura puntava a sei anni di carcere, ma il Tribunale ha ritenuto che dall’esame dei suoi dispositivi telematici non emergano attività utili all’organizzazione del viaggio. La donna, residente a Camini con il figlio minore, secondo i giudici di piazza Fortugno si era semplicemente adeguata alle stesse procedure di tutti i passeggeri: ha consegnato il telefono, ha potuto salire sul ponte solo per l’infatuazione dimostrata nei suoi confronti dall’organizzatore del viaggio, un trafficante turco, e non risulta aver gestito né accolto migranti a bordo. Le 68 pagine di motivazioni sottolineano poi il rapporto asimmetrico fra Jamali e gli organizzatori: le chat intercettate attestano istruzioni impartite a lei e ricevute dal padre, che aveva versato 14.000 euro per garantire il viaggio a madre e figlio. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale