Reggio

Martedì 23 Settembre 2025

Operazione Res Tauro, Musolino: «A Gioia Tauro un tessuto sociale troppo debole di fronte al ritorno di Piromalli»

L’operazione “Res Tauro”, che ha portato all’arresto di 26 persone, tra cui Giuseppe Piromalli, detto “Facciazza”, ha riportato al centro del dibattito il rapporto tra criminalità organizzata e tessuto sociale a Gioia Tauro. A sottolinearlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Stefano Musolino, che ha commentato i risultati dell’inchiesta con parole dure e precise. Secondo l’impianto accusatorio accolto dal Gip, Piromalli – dopo aver scontato 22 anni di carcere – non si sarebbe ritirato a vita privata, come molti avrebbero immaginato, ma avrebbe ripreso il ruolo che per decenni ha incarnato: quello di “padrone di Gioia Tauro”. «Ci si sarebbe aspettato – ha spiegato Musolino – che un uomo della sua età si dedicasse agli affetti e alla vecchiaia. Invece è tornato ad essere ciò che lui stesso ha sempre rivendicato». Ma ciò che preoccupa i magistrati non è solo il ritorno di Piromalli. È il contesto in cui questo è avvenuto. Musolino non ha nascosto il suo rammarico: «Questo è stato possibile anche grazie a una sorta di mollezza del tessuto sociale di Gioia Tauro, di cui spero si prenda consapevolezza. A partire dalle istituzioni locali». Il riferimento è andato al comunicato ufficiale diffuso dal Comune di Gioia Tauro, definito dal procuratore aggiunto «anodino, prudente, magari». Una presa di posizione giudicata insufficiente rispetto alla gravità delle vicende emerse. «Speriamo che ne arrivi un’altra – ha detto Musolino – dopo aver letto ciò che emerge dall’indagine. Perché al di là della rilevanza penale, ciò che colpisce è la totale assenza di resistenza da parte di una comunità che sembra quasi non vedesse l’ora che Piromalli tornasse a comandare». L’operazione Res Tauro, dunque, non solo ha riportato all’attenzione la capacità di rigenerarsi delle storiche famiglie di ’ndrangheta, ma ha anche aperto una riflessione più ampia: quella sul rapporto tra criminalità organizzata e società civile. La sfida, ora, non riguarda soltanto le aule di giustizia, ma la capacità di una città di liberarsi davvero dal peso delle proprie ombre.

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