Reggio Calabria
«Mi creda, abbiamo fatto mille sacrifici e ora ho un solo desiderio: che torni presto qui, a casa, perchè lo voglio abbracciare». Mamma Pina deve faticare per non farsi travolgere dall’emozione. Ieri era in macchina quando ha saputo che suo figlio il “piccolo” (Marcello è l’ultimo di sette fratelli) aveva vinto la palma d’oro a Cannes. Una corsa per rientrare il più in fretta possibile nella casa del periferico e quanto mai “complicato” rione di Arghillà per andare davanti alla tv e iniziare ad assaporare il piacere di vedere il volto del suo Marcello in tutti i tg. «Sono contenta, contentissima - ha continuato la mamma -. Ci ho sperato. Se l’è meritato». A casa con la mamma c’è anche uno dei fratelli maggiori, Paolo. «È stata una sorpresa grandissima e bellissima - ha commentato -. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe arrivato così in alto... È stato sempre un grande e infaticabile lavoratore, che non si è mai perso d’animo. Penso che una delle sue doti migliori sia la grande calma con la quale affronta ogni situazione».
Il ritratto di Marcello Fonte, legatissimo alla “sua” Reggio dove rientra appena può (l’ultima visita l’aveva fatta in occasione delle festività pasquali) “raccontato” nella sua dimensione più familiare, è quello di un uomo non ancora 40enne - la soglia degli “anta” li varcherà il prossimo novembre - che nella vita ha fatto mille mestieri, senza mai tirarsi indietro con umiltà e inossidabile tenacia. Mestieri di ogni tipo: da quelli più “convenzionali” che dopo la decisione di lasciare la casa in lamiera del rione Archi (alla quale ha fatto riferimento anche ieri sera durante la cerimonia di premiazione) per raggiungere Roma gli ha consentito di guardare più da vicino il mondo del grande cinema (è stato anche falegname scenografo) a quelli più inusuali. Un suo amico d’infanzia, con il quale ha diviso l’esperienza scout, Francesco Chindemi, giornalista e oggi direttore di Reggio tv, lo ricorda anche nella veste di “intrecciatore” e venditore di palme in occasione della Pasqua. «Considerato come è andata a finire adesso con la vittoria della Palma d’oro a Cannes - ha detto - c’è da credere che in quell’ingegnarsi venticinque e più anni fa ci fosse un che di profetico... Di Marcello quel che colpisce sono la naturalezza, la spontaneità e la grande umanità».
«È sempre stato un ragazzo mite - aggiunge la cugina Giovanna Vazana - umile ma molto determinato. Caratterialmente è forte anche se, a vederlo, trasmette magari un’immagine di fragilità. Ma è l’acqua cheta che rompe i ponti...».
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