Anche se l’accento dal nome è sparito, pure se l’accento nella voce non c’è mai stato. Si scrive Giovanni Spano per gli inglesi, si legge Gianni Spanò nella sua Reggio Calabria contrada Ortì. Lui così si è presentato ad X Factor UK, con l’orgoglio del Sud da cui proviene nella Londra del nord in cui è nato (nel 1985 a Ruislip, West London). E così c’è riuscito, tra Auditions per spaccare le controversie e il primo Live per riunire i giudici britannici (Robbie Williams, Ayda Field in Williams suo mentore, Louis Tomlinson e Simon Cowell) e procedere dritto guardando alla finale attraverso il secondo weekend di Live di stasera.
Sulla strada del suo absolutely rock senza deviazioni. «La mia passione per la musica è iniziata quando avevo otto anni e arriva fino ad oggi che il mio obiettivo è far sentire tutti come fossero superstar. In fondo la musica è musica, quello che ti cattura l’anima e ti tira dentro», racconta. Durante la sua audizione Giovanni non era riuscito ad impressionare Simon con la sua versione di “Gomme Some Login” di The Spencer Davis Group. Ma gli è stata concessa una seconda possibilità dallo stesso Simon per cantare “Iris” delle Goo Goo Dolls e guadagnarsi tre sì (solo Tomlinson ha detto no) e il passaggio del turno.
Sarà che i lineamenti sono quelli calabresi di papà Enzo, anche sotto la chioma biondo norvegese come mamma Fiona. Sarà che nella famiglia Spanò il germe dell’arte è nel Dna, ce l’ha il fratello maggiore (che ha ereditato il nome dal nonno), che fa anche il dj e «abbiamo cominciato insieme suonando alle feste», ce l’ha a suo modo la sorella minore Tina e ce l'hanno insieme dal momento in cui «mi hanno regalato quel capolavoro che sono Theo, Arlo e Luca, i miei nipoti».
Ma questa storia di contrasti e conferme che hanno geneticamente strutturato Giovanni per essere insieme l’attore docile di musical e il frontman infuocato dei Devience (band di sei elementi con cui ha inciso due dischi, fatto un tour di tre mesi in Canada e scritto il pezzo che in questa estate pre show ha scalato la classifica inglese fino alla seconda posizione) oltre al concorrente solista di XFactor UK che è, parte e ritorna sempre in Calabria. Ogni anno, più volte all’anno. Come una cura.
Come quando a Ortì nell’estate del 2007 il suo padrino Mimmo Spanò lo convinse a cantare Elton John in piazza e lui si fece arrivare le basi a casa per prepararsi al meglio. O come l’estate scorsa, l’incontro con Mimmo Praticò presidente di quella Reggina che «se trovo un investitore prima o poi me la compro», nel tempio del club, come un bimbo a Disneyland, in posa con la sciarpa fantasticando di essere «il nuovo acquisto della squadra».
Giovanni Spano che intende vincere X Factor UK, insomma, è un complesso crescendo di empatia, cresciuto tra i racconti di nonno Nino e nonna Caterina, partiti a vent’anni da Reggio per non tornare mai più o per ritornarci sempre, dipende dai punti vista. Gianni Spanò invece è semplicemente il nipote del quinto di otto fratelli (sette maschi e una femmina, che però ha sposato un cugino conservando il cognome nello scrigno del destino), tutti emigrati. Tutti sciolti per l’Europa ma tutti legati alla Calabria, finché morte non li separi.
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