Il trascorrere del tempo porta con sé inevitabilmente un affievolimento delle emozioni generate da eventi piccoli e grandi. Lo stesso vale per il dramma europeo, collettivo e identitario, della Shoah. Per fortuna ancora oggi c’è chi decide di rielaborare quei tragici accadimenti per la semplice consapevolezza di quanto sia importante ricordare. Di conseguenza si fa carico di quella emozione, la trasforma in memoria e la indica come guida. È il caso della giovanissima Eleonora E. Spezzano, una quattordicenne di Reggio Calabria, studentessa al secondo anno di liceo classico, che si presenta al pubblico con un romanzo dal titolo “Hans Mayer e la bambina Ebrea” (Bonfirraro editore).
Dai tasti del computer di Eleonora si materializza una storia solo apparentemente di fantasia, quella di un giovane ufficiale della Wehrmacht che nasconde sotto la sua elegante uniforme un malessere oscuro legato al suo passato. È l’autrice stessa che ce lo sintetizza: «Il romanzo è ambientato a Varsavia, nel freddo autunno del 1941. La città è oppressa dalla guerra e dalle malattie, i bombardamenti sono frequenti e distruttivi. Il protagonista, Hans Mayer, lavora come ufficiale della Wermacht, passando la sua vita tra la casa dove vive da solo e l’ufficio della Kommandantur. Il suo compito è di accogliere le denunce contro gli ebrei o i membri della resistenza. È un uomo schivo e solitario, che ha paura del suo passato più che di qualunque altra cosa, e cerca in ogni modo di seppellirlo e dimenticarlo. Una fredda sera di ottobre, la sua vita cambia per sempre, quando incontra Marie, una bambina misteriosa, che si è forse persa per le strade di Varsavia. Tutte le sue certezze e tutti i muri che aveva creato negli anni per non essere più ferito vengono abbattuti, e il suo passato riaffiora inarrestabile, costringendolo a guardare indietro verso i suoi più oscuri segreti e la sua infanzia travagliata, origine di tutte le sue insicurezze. Incontrerà molti ostacoli, vedrà amici cambiati per sempre dalla crudeltà e dalla freddezza del mondo, e dovrà armarsi di coraggio per affrontare le sue più grandi paure. Ma ci saranno anche buoni amici che lo guideranno e lo aiuteranno a ritrovare quello che aveva perso da lungo tempo: la speranza. Armandosi di questa con tutte le sue forze, si addentrerà nelle più oscure nebbie di malvagità create dall’uomo».
L’opera di Eleonora è un romanzo storico pensato e scritto da chi si affaccia alla vita e attraverso la fantasia cerca di disarmare una realtà che appare crudele. Un po' come fece 80 anni fa la sua coetanea Anna Frank. Tanti i punti di contatto fra le due giovanissime. Eleonora ha scritto il suo romanzo a 13 anni, la stessa età che aveva Anna quando scrisse il suo diario. Ma ancor di più: lo stesso spirito sensibilissimo con cui guardano al mondo e l’ambiente familiare culturalmente e artisticamente stimolante. E così, come per il diario di Anna, anche il romanzo della “bambina” Eleonora nasce da un terreno fertilissimo per diventare una severa messa in stato di accusa di una folle generazione di adulti superbi.
Dietro il testo c’è un lavoro approfondito di ricerca e di rielaborazione concettuale cominciato sui banchi di scuola all’istituto comprensivo “Nosside Pythagoras” e alimentato poi da un’autentica e innata passione per la lettura (e il disegno) e una sensibilità affinata dallo studio della musica. E una passione per la verità e la giustizia. Quella che ha mosso la sua ricerca e poi la sua scrittura: «Non dobbiamo dimenticare gli errori e gli orrori, tutti gli esseri umani che sono morti: le loro vite spezzate devono essere un esempio per tutti noi».
Altri incontri hanno incoraggiato e accompagnato il concepimento del romanzo, come quello con l’affermata scrittrice reggina Katia Colica che l’ha guidata nel complesso mondo dell’editoria. Qui però il secondo incontro, quello con la coraggiosa casa editrice siciliana, di Barrafranca (En), che ha deciso di puntare sulla giovanissima e finora sconosciuta Eleonora per scommettere sul 2020.
Del libro Eleonora parlerà in anteprima a Reggio Calabria il prossimo 17 gennaio durante la “notte del liceo Classico”, l’evento culturale che gli studenti della scuola “T. Campanella” diretta dalla professoressa Maria Rosaria Rao celebrano ogni anno per raccontare da protagonisti l’attualità del prestigioso istituto cittadino. Seguirà poi la presentazione ufficiale a palazzo Alvaro il prossimo 24 gennaio alle ore 18.
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