Da Drago a Drago, sfiorando le lame dei pini e degli abeti, le fronde ombrose dei faggi e delle querce, scavalcando Montalto, la torre che spartisce un fiume di terra odorosa fra due mari di smeraldo e si riversa sotto gli occhi di meraviglia dell’Etna. È un volo nella favola, un su e giù fra vette e spiagge, a calarsi nelle forre e poi rinfrescarsi nelle insenature joniche. L’Aspromonte che da Reggio va a Monasterace è la terra dei Draghi, presidiata dalla faccia seriosa, a Sud, del Drago di Roghudi, e da quella gioiosa, a Nord, del Drago di Kaulon, che danza lieve fra delfini e ippocampi. Una visione più che una terra, il sogno che poeti e scrittori hanno fatto e i governanti hanno realizzato. Un sogno che poeti e scrittori faranno e che qualcuno dovrebbe trasformare in realtà. Poeti e scrittori, musicisti, artisti di professione, poeti e scrittori, musicisti, artisti di fatto come tutti i calabresi sono, proveranno a contenere il sogno dentro i margini della realtà, a consegnarlo utile e non vano. Per il terzo anno consecutivo, in tanti si siederanno sotto le querce di una madre che fu prima Kerya poi Demetra e dopo Cerere, fra i fantasmi dei soldati di Napoleone che per mano aspromontana conobbero la seconda sconfitta dopo la precedente a Napoli, molto prima di Waterloo. Sono i calabresi che il 20 agosto saliranno oltre la Chora di Bova, fra boschi di fattura basiliana, per parlare di quale futuro possa avere una terra che da troppo tempo non sogna e non progetta. Si racconta una Calabria che è diversa dalla rappresentazione che di solito si fa di essa, non per forza più bella o migliore, solo più vera, autentica, con i suoi drammi e le sue virtù, soprattutto con una idea di futuro che i calabresi hanno in testa e provano a spiegare. Il 20 agosto si discuterà per tutto il giorno, tutti alla pari, la formula è quella di «senza invito», perché nessuno può essere invitato a casa propria e l’Aspromonte vuole presentarsi come un dono che sia di tutti, a cui tutti appartengano. Niente ruoli né gerarchie, ci si iscrive a intervenire la mattina e si parla per ordine di iscrizione, chiunque arriverà lo farà come persona, le uniche eccezioni saranno rappresentate da due sole presenze istituzionali: il presidente del Parco d’Aspromonte, Leo Autelitano, che sostiene i ragazzi di Insieme per Africo, l’associazione che realizza l’incontro, e il ministro per il Sud Peppe Provenzano che è stato invitato a intervenire. Gli altri, qualunque sia il loro ruolo professionale o istituzionale, parteciperanno in virtù della visione che vorranno esporre, non saranno ammessi interventi partitici né strumentalizzazioni di qualunque genere. Africo, da margine del Sud, dentro il Sud, prova da più di dieci anni a essere luogo d’incontro, frontiera umana in cui si annullano le differenze e solo le idee migliori fanno la differenza. Dal Drago al Drago, nella terra in cui Fuflun si fece Dioniso e poi Bacco e per migliaia di anni è stata una visione filosofica incarnata nella terra: un progetto di convivenza fra genti diverse, un mondo aperto che si relazionava con la natura per farne un tutt’uno, senza prevalenza dell’uomo sul resto del creato. Ed è questa la formula che probabilmente uscirà dalle discussioni: i prossimi anni determineranno l’estinzione del Sud o una sua rinascita, l’abbandono definitivo o il rientro. Arriveranno i miliardi, tanti, del Recovery Plan, se i calabresi saranno vigili e partecipi ne uscirà una terra rimodellata che dovrebbe essere l’attuazione di un progetto che indichi le linee di uno sviluppo armonioso, compatibile con la cultura e la natura della Calabria, non parole vane, ma idee su come utilizzare il patrimonio culturale e territoriale, su dove spendere i soldi, quali paesi recuperare e di cosa bisognerà riempirli perché il paese torni a essere il centro di una civiltà che ci è già appartenuta. Sotto le querce di Africo, protagonista sarà il sogno, la visione, la rinascita di una terra a dimensione di poeta, in grado però di riempire le pance dei propri figli e sfilargli le valigie che stringono già in mano. Il terzo anno in Aspromonte Il 20 agosto si svolgerà il terzo appuntamento con l’Aspromonte e la Calabria. Ad Africo, sotto le querce del Rifugio Carrà. Tutti sono invitati per dibattere liberamente su un tema ampio e pieno di suggestioni: Calabresi, popolo dell’Occidente. Il dibattito sarà libero (basta iscriversi), mattina e pomeriggio. Grande musica in serata con Paolo Sofia e i suoi musicisti. Le iscrizioni si raccolgono nella pagina dedicata su Facebook, “Il terzo anno in Aspromonte”.