I temi dell’economia sostenibile applicata al settore moda sono stati oggetto di un dibattito online organizzato dai docenti del sistema moda dell’Itt “Panella_Vallauri”. L’evento, fortemente voluto dal dirigente scolastico Anna Nucera, è stato coordinato dalla prof.ssa Raffaella Imbrìaco, referente d’istituto per l’Educazione civica. Alla discussione hanno partecipato gli studenti del corso moda dell’istituto industriale. Ospite la catanzarese Flavia Amato, titolare del marchio “Malìa lab” che produce capi in materiali bio. In un settore che negli ultimi decenni ha anteposto i risultati di una produttività senza scrupoli a più importanti valori etici, quella di Amato è una scelta di campo che risponde a finalità ben precise: ridare dignità al lavoro e alla sua terra di origine. Flavia infatti ha scelto di tornare in Calabria, precisamente a Guardavalle Marina, per aprire il suo atelier di moda sostenibile dove è pregnante il carattere dell’artigianalità e l’utilizzo di fibre naturali (ortica, ginestra, bamboo) per la realizzazione dei capi. Insignita di riconoscimenti sul piano nazionale e internazionale come il Global Goodwill Ambassador, il Premio Giovani Impresa 2019, l’Oscar Green 2019 Coldiretti Giovani, la stilista ha immediatamente creato un rapporto gioviale con gli studenti, rispondendo alle tante domande, anche di natura tecnica, che i ragazzi le hanno rivolto nelle due ore insieme. Nonostante la modalità a distanza, l’incontro è stato seguito con entusiasmo dagli studenti e arricchito dall’intervento del dirigente Anna Nucera che ha ribadito l’importanza di una formazione culturale solida che può rendere ognuno cittadino del mondo senza dimenticare mai le proprie radici. Ed è proprio quello che Flavia Amato ha fatto, decidendo di ritornare nella sua terra, consapevole che avrebbe affrontato le difficoltà di un contesto socio-economico complesso ma che nel contempo è ricco di storia, cultura e tradizioni.