Era il 16 agosto 1972 quando, nel mare di Riace, il sub dilettante Stefano Mariottini rinveniva a pochi metri dalla riva quello che si rivelò un “tesoro”. Oggi, cinquant’anni dopo, i Bronzi sono un simbolo della Calabria nel mondo, punto di svolta potenziale per il richiamo turistico del territorio e concreto per lo studio e la conoscenza dell’arte ellenistica. Nella loro “casa”, al Museo archeologico nazionale di Reggio, i due guerrieri richiamano migliaia di turisti: al culmine delle celebrazioni per il 50. anniversario soltanto ad agosto scorso sono stati quasi 50mila, mentre nel periodo 2013-2016, dopo un nuovo restauro effettuato nei saloni del Consiglio regionale e il ritorno in una sala completamente ristrutturata del MArRC, gli ospiti sono lievitati – secondo i dati del Mibac – da 11.522 a 210.598, con un incremento monstre del 1.727%. Bastano solo questi numeri per dare l’idea delle potenzialità attrattive delle due statue restituite dal mare e ancora parzialmente avvolte da un alone di mistero, anche per il “giallo” sulla presunta scomparsa di scudi, armi ed elmi. La più straordinaria scoperta archeologica di matrice ellenistica si ritiene opera realizzata alla metà del V secolo a.C. ad Argo nel Peloponneso, nello stesso periodo e nella stessa officina secondo quanto confermato dai risultati delle analisi compiute sulle terre di fusione. La statua “A” è alta 1,98 metri , la “B” 1,97. Secondo l’affascinante tesi dell prof. Daniele Castrizio – reggino, docente di numismatica all’Università di Messina – raffigurebbero i fratelli Eteocle e Polinice, figli di Edipo, che si contesero il trono di Tebe dopo l’abdicazione del padre. E avrebbero fatto parte di un gruppo scultoreo di cinque elementi con la sorella Antigone, la madre Giocasta e l’indovino Tiresia secondo il modello dei “Sette contro Tebe” della tragedia di Eschilo. Dalla scoperta, quasi in sordina, al restauro e alla prima esposizione a Firenze la storia dei Bronzi ha fatto il giro del mondo. In Toscana, dopo i lavori durati dal 1975 al 1980, in sei mesi i guerrieri sono stati visitati da 400mila persone. Stesso scenario con code ed enore interesse a Roma, al Palazzo del Quirinale, dove le statue sono state esposte nel 1981 per volere dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini e, in sole due settimane, hanno richiamato 300mila visitatori. Il ritorno a Reggio è storia più recente, con la sistemazione finale nell’ammodernata sala del Museo diretto da Carmelo Malacrino.