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Siti archeologici della Locride, finanziamenti “aperti” per interventi di tutela e valorizzazione

La Regione individuerà gli interventi a valere sul Fondo sviluppo e coesione 21/27. Un’occasione da non perdere, soprattutto per quelli meno conosciuti

Sarà possibile includere anche i siti archeologici meno noti della ionica reggina tra gli interventi prioritari in tema di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio dei beni culturali della Calabria? La sfida è aperta dopo la pubblicazione, nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria numero 198 del 24 settembre, dell’atto d’indirizzo che illustra le strategie e le modalità operative per gli interventi da compiere, in linea con quanto previsto dalla Programmazione regionale unitaria 2021/2027. «L’atto rappresenta – è scritto in premessa – lo strumento per l’avvio delle procedure di individuazione degli interventi da finanziare nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione 2021/2027».
La premessa precede la prima parte dell’atto, in cui viene compiuta una ricognizione del patrimonio culturale regionale, partendo proprio dalle aree archeologiche. E in queste ultime, si tratta subito delle colonie greche con l’elencazione dei siti archeologici, per quanto riguarda la ionica reggina, di Locri Epizehiri e dell’antica Kaulon, attuale Monasterace Marina. Una elencazione per forza di cose sintetica e non esaustiva e che precede quella dei grandi attrattori religiosi, delle biblioteche e degli archivi, dei borghi, dei musei gallerie e raccolte, dei palazzi o edifici di pregio, delle dimore storiche, dei parchi e giardini storici e dei sistemi di castelli e fortificazioni, e delle aree e strutture di archeologia industriale.
Avendo chiaro il patrimonio culturale su cui puntare, nell’atto d’indirizzo viene disegnata una strategia d’intervento fondata su alcune azioni chiave, come l’ottimizzazione dell’accessibilità del patrimonio culturale , la sua messa in rete, l’individuazione di nodi o poli specifici e l’istituzione di distretti culturali, nel quadro di «un disegno integrato di sviluppo finalizzato a trasformare il patrimonio regionale in una vera e propria leva di sviluppo economico». E nel quadro dei progetti da individuare e sui quali concentrare le risorse, tra gli ambiti di priorità ci sono, accanto al percorso avviato per la candidatura a patrimonio Unesco relativa alle testimonianze della cultura italo-greca tra alto e basso Medioevo (di cui abbiamo dato notizia all’inizio dell’anno) anche nuovi progetti di recupero, restauro e valorizzazione di beni culturali, nonché il completamento e l’ottimizzazione di progetti già avviati.

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