E' morto il filosofo Lorenzo Infantino, nato a Gioia Tauro era tra i più influenti interpreti del liberalismo classico in Italia
Si è spento nella notte a Roma, all’età di 77 anni, Lorenzo Infantino, economista, filosofo sociale e tra i più influenti interpreti del liberalismo classico in Italia. Professore emerito alla Luiss Guido Carli, Infantino, nato a Gioia Tauro (RC), ha dedicato la sua carriera allo studio del pensiero liberale e della Scuola Austriaca di economia e scienze sociali, approfondendo temi come l’ordine spontaneo, la libertà individuale e la critica al collettivismo. Lo rende noto la casa editrice Rubbettino per la quale è stato autore di opere fondamentali come «Ignoranza e libertà» (1999), «Individualismo, mercato e storia delle idee» (2008), «Potere: La dimensione politica dell’azione umana» (2013), «Cercatori di libertà» (2019), «Alle origini della scienze sociali» (2022), «Conoscenza, governo degli uomini e governo della legge» (2024) e ha fondato, sempre per Rubbettino, la collana editoriale «Biblioteca Austriaca», in cui sono apparse le traduzioni italiane delle maggiori opere di Carl Menger, Ludwig von Mises e Friedrich A. von Hayek, rendendo accessibili al pubblico italiano i pilastri di questa tradizione intellettuale. E’ stato presidente dell’Italian Linacre Society. Era inoltre presidente della Fondazione Hayek - Italia. Era prevista l’uscita per Rubbettino, in questi giorni, la seconda edizione di «L'ordine senza piano». Infantino - si legge in una nota dell’editore - ha saputo intrecciare filosofia, economia e scienze sociali, offrendo un contributo imprescindibile alla comprensione delle dinamiche sociali ed economiche. «Per chi come me ha avuto il privilegio di essere prima suo allievo, poi suo amico ed editore e aver condiviso con lui importanti progetti per lo studio e la diffusione e del pensiero liberale si tratta di una perdita enorme» afferma Florindo Rubbettino. «Un maestro del liberalismo, studioso rigoroso - aggiunge - e profondo, sempre critico verso tutti i dogmatismi e i sistemi di pensiero che riducono la complessità della società. La libertà individuale era per lui pilastro della società e ha saputo spiegare con chiarezza e rigore nel solco della grande tradizione dell’illuminismo scozzese e del pensiero della scuola austriaca il concetto di ordine spontaneo, mostrando come le regole, le istituzioni e i mercati non siano il risultato di pianificazioni centralizzate, ma emergano dall’interazione tra individui. Come accademico e saggista, si è distinto per la capacità di rendere accessibili temi complessi legati al liberalismo. Ha formato generazioni di studenti e lettori, diffondendo non solo idee economiche, ma anche principi etici e politici che guidano il pensiero liberale».