Situazione drammatica per centinaia di portuali, padri di famiglia, vittime di una condizione che sta diventando paradossale. Non si sa più infatti se chiamarli lavoratori licenziati, reintegrati o fuoriusciti dall’Agenzia. Forse la definizione giusta, in questo preciso momento, è che stanno vivendo in un limbo. Senza indennità da due mesi, hanno trascorso le festività natalizie dovendo ricorrere al sostegno di nonni e genitori. Reintegrati da sentenza del Tribunale, ma una giornata di lavoro non l’hanno ancora vista: prima devono fornire una sfilza di documenti che l’azienda ritiene necessari. Depennati ovviamente, come riporta un servizio della Gazzetta del Sud, dall’elenco della Port Agency, devono restituire le ultime 12 mensilità Ima e altrettante dovrebbero averne dal terminalista a titolo di risarcimento.