Il comparto del commercio, non solo a Reggio, soffre le conseguenze della crisi pandemica, del conflitto in Ucraina, della crisi economica. Ecco il faccia a faccia con il presidente di Confcommercio Reggio Calabria, Lorenzo Labate. Presidente Labate qual è lo stato d’animo degli esercenti di Reggio Calabria? «Sicuramente il comparto del commercio, del turismo e del terziario che pesa nella nostra provincia per oltre il 50% del totale delle imprese è stato tra i più colpiti dalle conseguenze della pandemia e oggi dai rincari conseguenti al conflitto in corso. Possiamo dire che proprio commercianti, ristoratori, operatori turistici, del tempo libero, della cultura stanno subendo le reali conseguenze della crisi. Piccoli imprenditori che stanno pagando lo scotto soprattutto di una politica spesso incapace di dare immediate risposte e soluzioni. Dopo l’emergenza Covid, la ripresa c’è stata, ma è fragilissima, molto fluttuante. È il momento di scelte coraggiose in mancanza delle quali, lo stato d’animo dei nostri imprenditori è caratterizzato d incertezza e rabbia. Penso ai nostri panificatori Assipan, ai nostri pubblici esercizi. Soprattutto alle realtà più piccole. Hanno subito aumenti che vanno dal 40 al 100% di luce, gas, materie prime, attrezzature, food. Hanno resistito per mesi attendendo il passaggio della bufera dei rincari. Oggi sono in estrema sofferenza e si vedono travolti da un diluvio di spese. Perché sul fronte caro materie prime nulla è cambiato e si sono sommate rateizzazioni, debiti con istituti di credito, tributi locali. Serve oggi più che mai avere il coraggio di “lanciare la palla più avanti”, nessuno scapperà con il malloppo perché il desiderio più grande è tornare alla normalità». La cultura può fare da volano all’economia del turismo e del commercio in generale. Riusciremo a cogliere questa opportunità di sviluppo economico-commerciale? «Sicuramente la cultura può essere un volano importante per l’economia. Di cultura non solo si può mangiare, con buona pace del Tremonti-pensiero, ma le sinergie attivabili dalle attività culturali, la valorizzazione del nostro patrimonio artistico culturale ed enogastronomico dovrebbero avere ricadute positive su tutta la nostra economia. Certo l’esperienza 50° Bronzi è il perfetto esempio di come non sfruttare appieno un’opportunità. Nella foga di visibilità e nella ricerca di primogenitura da parte di tutti i soggetti coinvolti, è stato partorito un topolino. Eventi “eccezionali” hanno cambiato il volto di tante città (Matera, Trapani solo per citarne due) ma, se una cosa è certa, è che il 50° - che ci auguriamo comunque porti qualcosa alla Città - purtroppo non cambierà il volto di Reggio Calabria». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio