Il boss della 'ndrangheta Rocco Morabito, evaso due giorni fa insieme ad altri tre reclusi dal carcere centrale di Montevideo, probabilmente ha già lasciato l’Uruguay diretto verso il Brasile. Lo scrive oggi il quotidiano uruguaiano El Observador nella sua versione online citando fonti della polizia. Nessun commento per il momento da parte del ministero dell’Interno del Paese.
Dall’esame delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza e da diverse intercettazioni telefoniche di persone legate agli evasi, spiega il quotidiano, è emerso che i quattro sono stati avvistati su un’auto diretta verso la Costa de Oro, verso il confine con il Brasile.
Ma le immagini sono state visionate soltanto 8-9 ore dopo la fuga dal carcere. Secondo gli 007 dell'Uruguay, Morabito sarebbe evaso uscendo dal sesto piano della prigione, passando sul tetto di un supermercato per entrare in un appartamento confinante con il recinto del penitenziario.
La fuga sua fuga ha spinto il direttore degli istituti penitenziari dell’Uruguay a dimettersi. Accogliendo la decisione di Alberto Gaida, il ministero dell’Interno del paese latinoamericano ha annunciato di aver avviato un’inchiesta interna al carcere di Montevideo, in cui Morabito era detenuto.
Agenti di polizia dell’Uruguay hanno arrestato oggi all’alba l’argentino Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, uno dei tre reclusi evasi nella notte di domenica con il boss della 'Ndrangheta Rocco Morabito dal carcere centrale di Montevideo. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno a Montevideo. La cattura, si precisa in un comunicato, è avvenuta intorno alle 6 nella stazione degli autobus della città di Salto da dove cercava di trasferirsi in Brasile. «La localizzazione del fuggitivo - ha precisato il ministero - è stata possibile grazie alla telefonata anonima di un cittadino il quale si è insospettito per il fatto che egli cercasse un mezzo di trasporto per recarsi in territorio brasiliano ma che, non avendo denaro con sé, offriva il pagamento attraverso un bonifico dall’estero».
Riprendere le fila di un discorso in realtà mai interrotto. E’ il compito che spetta ai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che, da lunedì, hanno ripreso a cercare, in Calabria, elementi che possano rivelarsi utili alla cattura della primula rossa della 'ndrangheta, quel Rocco Morabito, adesso in fuga dopo l’evasione dal carcere di Montevideo dove era finito 2 anni fa dopo 23 anni di latitanza.
Già all’epoca le indicazioni degli investigatori reggini dell’Arma risultarono decisive per l’individuazione in Uruguay del latitante. L’obiettivo, adesso, è ripetere quel risultato anche se le difficoltà non mancano. Per i suoi legami con i Narcos sudamericani, Morabito, il "re" del narcotraffico, è considerato soggetto in grado di poter disporre di ingenti somme di denaro in breve tempo. Inoltre, la vicinanza col Brasile - di cui è originaria la moglie - fa ritenere agli investigatori italiani che il latitante abbia già lasciato l’Uruguay per l’altro paese sudamericano. Non necessariamente però - si ragiona in ambienti investigativi - sarà il Brasile la tappa conclusiva della fuga. La scelta dipenderà anche dalla possibilità di muoversi per poter riprendere quei traffici interrotti dall’arresto di due anni fa e dall’opportunità di recarsi in un Paese in cui non sia prevista l’estradizione per l’Italia. Il compito che spetta ai carabinieri reggini è quello di collegare tutti i fili che compongono la rete familiare,di conoscenze e di amicizie in Calabria per trovare quello che può portare all’individuazione del nascondiglio del latitante.
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