Una ballata sentimentale per chitarra e voce, piena di nostalgia, ha portato il cantautore reggino Domenico Lione in arte Lio, 26 anni, sul podio del Festival di Castrocaro appena concluso. Con “Per l’ultima volta” l’artista ha conquistato il secondo posto e il Premio della Critica Tim all’edizione numero 66 della storica kermesse per voci emergenti, che in passato ha lanciato nomi del calibro di Giuni Russo, Zucchero, Eros Ramazzotti e Silvia Salemi. Un pezzo ricco di metafore poetiche sul tempo e le stagioni, per narrare la fine di una relazione importante. «“Per l’ultima volta” ruota attorno al tipo di sensazioni che si provano quando finisce il rapporto con una persona – ci dice Lio - E nonostante tu sappia che la cosa migliore sarebbe lasciare andare, vorresti riviverlo tante volte pur sapendo che è doloroso. È la canzone con cui mi identifico di più, intrisa di quel sentimento che mi nuove più di altri». Ex studente di Medicina con un passato nel basket ed esperienze recenti nel calcio a cinque, a Castrocaro Lione si è esibito dal vivo per la prima volta in assoluto, e ha scelto la manifestazione escludendo l’ipotesi di talent show e altri concorsi musicali. «Ho visto la direzione intrapresa dall’etichetta discografica Isola degli Artisti per ridare al festival la visibilità e l’attenzione di un tempo e così ho deciso di provare con un brano scritto un mese prima dell’inizio delle selezioni. Dopo la prima scrematura online, io e altri ragazzi abbiamo fatto una seconda selezione proprio a Castrocaro, dove si sono tenute masterclass promosse dall’etichetta. Siamo arrivati alle semifinali di Roma in quarantanove, davanti alla giuria presieduta da Beppe Vessicchio, e il 15 agosto ci hanno comunicato che eravamo stati selezionati in dieci». «Pensare di essere arrivato fin lì con un pezzo acustico, senza alcuna produzione alle spalle, è veramente appagante» aggiunge. Come gli altri finalisti, Lio ha promosso “Per l’ultima volta” attraverso i social, con un reel le cui interazioni avrebbero influito del 30% sul giudizio finale. Pur essendo figlio di musicisti, ha iniziato a dedicarsi alla musica solamente dal periodo del lockdown. «Con l’avvento del Covid, stando in una casa piena di strumenti, ho iniziato a suonare e ad avere sempre di più un rapporto stretto con la musica, scoprendo anche di saper cantare. Ho capito che suonare mi offriva una via di fuga dai problemi di quel periodo e, dai feedback di chi mi ascoltava, mi sono reso conto di poter continuare su questa strada. Ho realizzato così che il mio sogno era più la musica che la medicina ed è iniziato un percorso di scelte travagliate, ma in cui alla fine ha prevalso questa passione che sto coltivando da due anni e mezzo. E vivere di musica è la cosa più bella che ci sia». Grazie alla forte spinta di Castrocaro, Lio sta lavorando con l’obiettivo di proporre il brano festivaliero e altre sue canzoni, ancora inedite, sulle piattaforme digitali.