«Buonasera Italia». Così, il conduttore televisivo Marco Liorni introduce il Capodanno Rai da Reggio Calabria «L’anno che verrà». Il ponte artistico e culturale da Piazza Indipendenza collega un Paese intero, catturando l’attenzione della maggior parte del pubblico (in media, 5 milioni 383mila, pari al 36.79% di share) e le bellezze della Calabria entrano nelle case degli italiani, restituendo l'immagine di un Sud tutto da scoprire nel racconto delle “professoresse” dell'Eredità, Linda Pani e Greta Zuccarello, assieme al “calabrese” Gabriele Vagnato. «Siamo stati così bene che anche l’anno prossimo ci ritroveremo qui», dice Liorni, ringraziando la Regione Calabria per l’accoglienza calorosa.
Auspicio oppure qualcosa di più? Certamente questo “arrivederci” viene accolto con grande entusiasmo dal pubblico numerosissimo, per nulla stanco delle cinque ore di ballo, canto e di divertimento, di musica fra vecchi e nuovi successi con un vivace corpo di ballo ad animare il tutto. Strepitoso il colpo d'occhio di Piazza Indipendenza favorito da una temperatura mite: il palco svetta maestoso irradiando colori sgargianti con il rosso dominante che si alterna con il verde speranza (scena di Marco Calzavara e regia di Stefano Mignuzzi) e persone di tutte le età diventano parte integrante di una notte di grande festa, travolte dall’energia di J-Ax e non solo.
La voce potente e vibrante di Diodato, il primo artista ad aprire le danze con «L’anno che verrà» dell’indimenticabile Lucio Dalla, poi emoziona come mai con la sua «Fai rumore» e lancia un messaggio di pace: «Facciamo arrivare tutto il nostro amore alla Palestina, all’Ucraina, a tutte le persone che soffrono. Che il 2025 possa mettere fine a tutto questo».
Mentre Sal Da Vinci – che ricorda le origini calabresi del nonno – festeggia la notizia del secondo disco di platino per «Rossetto e Caffè». «Auguro a tutti voi un anno di pace, di luce e di amore», chiede Patty Pravo, inconfondibile nel suo stile che si innova ma resta riconoscibile e altissimo. «Ha saputo rinnovarsi, rompere le barriere e questa canzone che ascolterete scritta da Vasco Rossi rende perfettamente questo messaggio», così Marco Liorni introduce la mitica «…e dimmi che non vuoi morire».
Ma che nuovo anno sarebbe senza Cristiano Malgioglio, che invita al rispetto del prossimo e tocca un tema molto delicato: «Io, come voi, faccio parte di tutte quelle persone che rifiutano ogni forma di discriminazione e di femminicidio. Cari uomini, senza le donne non andate da nessuna parte». Per poi aggiungere: «Sono particolarmente contento di celebrare il capodanno Rai in questa terra che mi ha ospitato ad inizio di carriera».
E il viaggio musicale continua: Angelo dei Ricchi e Poveri dopo quarant’anni si riappropria del “suo” sassofono, “Nino” Frassica celebra «quanto è bella Reggio: ti affacci e vedi... Messina», suscitando le risate del pubblico, e «la nostalgia canaglia» di Romina Power richiama melodie sempre care agli italiani. Ed ancora, occupano la scena Ermal Meta, cantautore capace di trasformare parole in poesia, Alex Britti, maestro della chitarra e del blues italiano, Leo Gassmann, talento giovane ma già di grande spessore; Clementino, il rap che incontra il cuore, Sandy Marton, re delle hit anni ’80 che fa ballare senza sosta, Donatella Rettore, esplosiva e inconfondibile, Big Mama, voce potente e simbolo della nuova generazione musicale, Arisa, interprete raffinata capace di emozionare come pochi.
Lo spettacolo è proseguito fino alle due. Da segnalare l'omaggio di Alma Manera a Mimo Reitano, con «Avevo un cuore che ti amava tanto» e «Una ragione in più», e l'invito al cambiamento di Anna Oxa, icona di stile e innovazione: «Abbandonate con il nuovo anno tutto quello che non serve».
L’ “incidente” della serata arriva assieme alla mezzanotte: appena prima del countdown e del brindisi per il nuovo anno va in scena una gaffe che farà storia. Pochi secondi prima dell’inizio del 2025, Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri – che aveva chiesto insistentemente alla regia che gli venisse aperto il microfono – , non si accorge che era invece attivo e si lascia scappare un «teste di c...» nei confronti dei tecnici audio. Subito dopo, Marco Liorni si scusa con il pubblico – «Vi dobbiamo delle scuse perché ci è stato detto che qui, sul palco pieno di gente, dove è successo di tutto come sempre accade quando sta per arrivare la mezzanotte, sembra sia scappata qualche parola sconveniente, e volevo scusarmi con pubblico, con chi l’ha sentita e si è sentito un po’ disturbato da questa espressione sicuramente sconveniente».
Ma la polemica resta accesa, coi social che rendono la cosa virale e traboccano di meme e l’intervento della componente del Consiglio di Amministrazione della Rai Federica Frangi, per cui «Nessuno può permettersi di lanciare insulti ai tecnici della Rai che, come sempre fanno, hanno svolto il loro lavoro con estrema professionalità» e che aveva rimarcato l’assenza di scuse da parte di Sotgiu.
Scuse poi arrivate in serata: «Mi scuso – ha detto Sotgiu – con i lavoratori e con il pubblico per aver usato parole e toni sconvenienti, inusuali per me, in un momento di concitazione perché non si sentiva distintamente la mia voce».
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