"Siamo nettamente contrari alla separazione di due infrastrutture portuali calabresi, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, che nel sistema portuale regionale hanno un ruolo fondamentale e strategico. Rimane inteso che la Regione e gli Enti Locali interessati assumeranno tutte le iniziative utili per garantire l'integrità del sistema portuale calabrese". A scriverlo sono il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ed il Sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari, in una lettera a firma congiunta inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei Trasporti, ai Presidenti di Camera e Senato ed a tutti i parlamentari calabresi. "Siamo venuti a conoscenza - affermano - che è stato presentato al Senato dal relatore un emendamento al disegno di legge fiscale 886, che modifica l'assetto dell'Autorità di Sistema di Gioia Tauro secondo cui verrebbe ad essere istituita una nuova Autorità di Sistema Portuale che includerebbe anche i porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni scorporandoli dalla Autorità Portuale di Gioia Tauro. La Regione Calabria, la Città Metropolitana ed i Comuni di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni non condividono questa ipotesi per evidenti motivi, come si è avuto modo di segnalare allorché sono venute fuori le prime indiscrezioni di stampa e come si è avuto modo di evidenziare direttamente al Ministro delle Infrastrutture Toninelli nel recente incontro dell'8 Novembre con il Presidente della Giunta Regionale". Oliverio, Falcomatà e Siclari indicano il perché della loro contrarietà in "motivi territoriali operativi; motivi di continuità gestionale e di programmazione strategica; motivi di integrazione economica e sociale del porto europeo (Comprehensive) di Reggio con gli altri porti previsti dal Piano regionale nell'ambito del comune di Reggio, cui associare funzioni coordinate; motivi di gracilità economica di una nuova Autorità che non avrebbe al suo interno nessun porto 'core' delle reti europee TEN-T e quindi sarebbe necessariamente nei fatti scalata in una condizione di assoluta marginalità negli interscambi internazionali; motivi di ordine economico e giuridico per quanto riguarda lo sviluppo della Zes Calabria e per quanto riguarda la Zes nella città metropolitana. Tutti motivi che, scrivono, "definiscono un quadro di sviluppo sostenibile ambientale, sociale ed economico che verrebbe, se non fermato, quanto meno rallentato".