«È il Governo più serio e coerente che il Sud abbia mai avuto negli ultimi anni: nel contratto non c’era traccia di Meridione, così come è stato per la manovra». Usa l’ironia il senatore Marco Siclari nel corso della conferenza stampa convocata dal coordinamento provinciale di Forza Italia, a Reggio Calabria, con all’ordine del giorno la legge di bilancio varata dal governo giallo-verde.
Il senatore forzista, stigmatizzando fortemente l’attenzione pressoché nulla riservata al Sud, incalza: «Presenterò diversi emendamenti, quando la manovra arriverà al Senato. Uno riguarderà il Ponte sullo Stretto e la Tav, un altro il Porto di Villa San Giovanni e il terzo circa alcune opere da realizzare in diverse città meridionali. Per quanto concerne l’aeroporto dello Stretto, invece, seguiremo in senato le vicende che riguardano l’emendamento già presentato».
Secondo il senatore di FI, «questo Governo nasce da un’Unione contro natura e gli effetti si vedono in atti come il Decreto dignità, la legittima difesa e il decreto fiscale». Molto duro il commento di Siclari riguardo la manovra: «Non punta agli investimenti né alle infrastrutture, non aiuta le aziende, mentre aumenta la pressione fiscale e gli imprenditori dovranno pagare due miliardi in più di tasse. C’è solo tanto assistenzialismo ed un reddito di cittadinanza per pochi italiani a cifre irrisorie».
Gli effetti, a giudizio del senatore, non tardano ad arrivare: «L’aumento dello spread sopra quota 300, porta ad una diminuzione degli attivi delle banche. Ciò condurrà ad un aumento dei tassi d’interesse sui mutui, sulle finanziarie, riflettendosi dai grandi investimenti familiari, fino alla piccola spesa come l’acquisto di un cellulare o un elettrodomestico a rate». Siclari è netto: «Le banche sono talmente diffidenti che, per loro, sarà difficile far credito alle aziende. L’incertezza dei mercati ha mandato in fumo 300 miliardi di euro, per investitori scappati via».
E riguardo il calcolo della ricchezza delle famiglie: «A giugno, dopo la firma del contratto di governo, si erano persi 85 miliardi, circa il 2%. Un altro punto e mezzo – 60 miliardi – se n’è andato con la perdita di un quarto del valore per le società quotate. Senza considerare i problemi seri delle banche e la bocciatura da parte di tutti i tecnici autorevoli e della stessa Europa. Che poi anche gli stati cosiddetti “Sovranisti” abbiano abbandonato il governo italiano, la dice lunga sulla bontà della manovra».
Per Siclari, insomma, «gli imprenditori italiani non stanno investendo in attesa di risposta. Come potranno farlo quelli stranieri? C’è un crollo della fiducia sui titoli italiani, come non si vedeva dal 2012, alla vigilia del fallimento delle banche spagnole. Il debito pubblico – incalza il senatore – aumenta oltre ogni previsione e probabilmente lo Stato sarà costretto ad aumentare i tributi. Questo a svantaggio di chi andrà? Ma dei più poveri, naturalmente. L’aumento, infatti, riguarderà innanzitutto luce e gas. Ciò perché negli intendimenti di questo Governo tale manovra doveva essere “del popolo”. Ed in fondo, anche qui sono stati coerenti: una legge di bilancio che somiglia sempre più ad una sciagura. Per l’intero popolo italiano», conclude Siclari.
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