Un nuovo accorato appello a firma congiunta vede i due presidenti dell'Assemblea e del Comitato dei sindaci della Locride, Caterina Belcastro e Giuseppe Campisi, e il delegato alla Sanità, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, rivolgersi alle Istituzioni a tutti i livelli per denunciare le gravissime condizioni della sanità nell'area da loro amministrata e, in particolare, del nosocomio di Locri, notoriamente inadeguato già in tempi normali. «Lo stato in cui versa la sanità pubblica nella Locride - ribadiscono gli amministratori - più volte urlato dai sindaci negli ultimi anni, è esploso nella sua drammaticità, in quanto completamente impreparata, sia dal punto di vista infrastrutturale che delle funzioni, ad affrontare tale critica e drammatica situazione che, quando ineluttabilmente si aggraverà, sfocerà in un disastro sanitario, umanitario e sociale che sarà impossibile arginare». Belcastro, Campisi e Calabrese segnalano in particolare le carenze dell'ospedale di Locri e l'inevitabile futura incapacità «dell'unico presidio sanitario, già in emergenza, in un territorio che conta 150.000 abitanti, dal punto di vista strutturale, organizzativo e delle risorse umane». La possibilità di giocare d'anticipo, sfruttando le buone prassi adottate al Nord e le misure di contenimento dell'epidemia emanate dal Governo, può ancora aiutare la Locride a fronteggiare il contagio con un'attività di prevenzione primaria. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio