Per la prima volta la Corte dei Conti apre chiaramente all'ipotesi del dissesto finanziario del Comune di Reggio. Lo fa con una delibera del 30 luglio che in 118 pagine ricostruisce la situazione caotica dei conti di Palazzo San Giorgio elencando una serie di voci che dovranno essere comunque fornite dall'ente entro 60 giorni dalla presente e quindi con il termine dopo le elezioni del 20 settembre. I passaggi burocratici e tecnico contabili sono molto complessi ma sostanzialmente si certifica che la situazione è tanto complessa che servirebbe prendere una decisione anche per evitare responsabilità erariali. E questa volta non imputabili a “chi ha amministrato in precedenza”... «A conclusione di quanto osservato e richiesto la sezione intende rammentare che con la sentenza Corte costituzionale numero 115 del 2020 la procedura del predissesto non può essere procrastinata in modo irragionevole, dovendosi necessariamente porre una cesura con il passato così da consentire ai nuovi amministratori di svolgere il loro mandato senza gravose “eredità”. Il giudice delle leggi ha, quindi, sottolineato la necessità di “...fronte all'impossibilità di risanare strutturalmente l'ente in disavanzo...” di “porre una cesura con il passato così da consentire ai nuovi amministratori di svolgere il loro mandato senza gravose “eredità” per evitare che “...il deficit strutturale nel tempo paralizzi qualsiasi ragionevole progetto di risanamento...”; in presenza, quindi, di situazioni di incapacità finanziaria e/o funzionale per il Consiglio comunale (cui compete il controllo politico sull'operato della Giunta e la tutela complessiva dell'equilibrio finanziario dell'Ente) corre l'obbligo di valutare l'opportunità di dichiarare il dissesto onde porre fine ad una gestione che, trascinandosi debiti insoluti risalenti nel tempo, si trovi nelle condizioni di non poter sostenere la spesa corrente e di assicurare i servizi per i cittadini». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio