L'allarme è scattato alla ricusazione dell'unica lista “autoctona”. «E adesso?», si saranno domandati quando l'elezione si era fatta un'ipotesi ben più realistica dello scenario che poche ore prima sembrava lontano anni luce. Erano rimasti in campo solo loro, tutti forestieri, contro gli altri, anche loro... forestieri. «Ci dimettiamo», è stata la soluzione d'emergenza formalizzata qualche ora dopo la proclamazione. Loro, che in quel paese abbarbicato sul Pollino non c'erano mai stati, tutto avevano pensato tranne che di essere chiamati ad amministrarlo. Carbone è un centro di appena 624 anime in provincia di Potenza. Le poche centinaia di elettori hanno premiato a furor (quasi) di popolo la lista “Onesti e liberi”: 78 voti (84,78%) contro i 14 (15,22%) di “Obiettivo Comune”. Ma il neo sindaco, il messinese 56enne Vincenzo Scavello, si è dimesso subito, seguito dai neo consiglieri di maggioranza Domenico Tancredi, Domenico Ciracì, Michele Delpozzo, Matteo Fiumara, Maurizio Lorubbio, Fabio Antonio Martorana e Vincenzo Fioresta, tutti siciliani, calabresi e pugliesi, secondo Repubblica - che ha tirato fuori la notizia - poliziotti in servizio alla Questura di Reggio. Il Comune di Carbone è stato già commissariato dal prefetto di Potenza. E nel frattempo gli agenti sono tornati in servizio. «Dai riscontri che abbiamo effettuato sono tutti agenti della Polizia di Stato in servizio a Reggio», ammette sempre a Repubblica il prefetto di Potenza Annunziato Vardè, calabrese di Nicotera, intervenuto immediatamente dopo le dimissioni degli eletti di “Onesti e Liberi”. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio