Programmazione, opere pubbliche, Recovery Plan, emergenza rifiuti, insediamento e prossime sfide per il nuovo Consiglio metropolitano, il tutto nel bel mezzo di una pandemia e di una crisi che forse ancora non hanno manifestato i peggiori effetti: è piena zeppa d’impegni l’agenda del sindaco Giuseppe Falcomatà, che risponde a una serie di domande proprio sui temi più caldi. - Il Recovery Fund è davvero un’occasione per concretizzare la sua visione di città? «Reggio, un po’ alla volta, sta cambiando. Al centro c’è il recupero del rapporto con il mare. E noi nel Recovery Plan un pezzo importante di questo recupero continueremo a inserirlo. Il masterplan dovrà portare in città una grande firma, una archistar, e intorno a questo la cabina di regia dovrà mettere in campo le idee sul territorio. Siamo pronti a incontri di quartiere, per parlare di questioni che vadano oltre il quotidiano. Chiederò a cittadini, associazioni, consiglieri, comitati di fare uno sforzo importante in chiave progettuale, perché se non lo facciamo oggi i nostri figli ci rimprovereranno di aver perso un’occasione. Quindi gli incontri saranno focalizzati, sempre rispetto al Recovery Plan, a costruire dentro la cornice del Psc, già operativo, dei Piani strategici di quartiere». - Capitolo rifiuti: Reggio è in perenne emergenza, come se ne esce? «Sul campo s’intrecciano più problemi: Sambatello, Vazzano, Melicuccà, Gioia Tauro, il debito dei Comuni per i mancati pagamenti. È un cane che si morde la coda. Penso per esempio al saldo Tari che abbiamo mandato, e prorogato di un mese, mentre la gente trova la spazzatura fuori di casa. Ma d’altronde, se non recupero qualcosa non posso pagare gli impianti. È una tempesta perfetta dalla quale, da soli, non usciamo. La Regione deve fare la sua parte». - La Calabria viaggia verso le elezioni regionali. De Magistris è di fatto in campagna elettorale da tempo, il centrosinistra è già in ritardo? Irto è la scelta giusta? «Non credo che il centrosinistra sia in ritardo. Abbiamo sempre detto che andava stabilito il perimetro per la coalizione e individuato un nome unitario che potesse rappresentarla. Quel nome per me c’è già ed è Nicola Irto, candidato autorevole che meglio di chiunque altro rappresenta le istanze di rinnovamento e di riscatto che i calabresi attendono». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio