Ormai si dà per scontato che il Comune di Rosarno subirà per la terza volta il vulnus dello scioglimento per inquinamento mafioso. Si attende solo il provvedimento ufficiale del Governo, che dovrebbe essere imminente, accompagnato dai nomi dei componenti la commissione straordinaria che governerà la città per i prossimi 18 mesi, salvo eventuali altri 6 mesi di proroga. Come si comprende bene, di elezioni amministrative – che si sarebbero dovute tenere nella tornata del 3 e 4 ottobre prossimo – si tornerà a parlerà come minimo tra due anni. A meno che non venga accolto il ricorso, avverso lo scioglimento, che quasi sicuramente sarà presentato al Tar di Reggio Calabria dall’ex sindaco Giuseppe Idà e dagli ex consiglieri di maggioranza di “Cambiamo Rosarno”, che intendono dimostrare come la loro condotta di amministratori, nei quasi cinque anni di mandato, sia stata sempre improntata – secondo quanto da loro in più occasioni sottolineato – «al rispetto dei principi di legalità, trasparenza, senso civico, bene comune, senza offrire sponda alcuna alle consorterie malavitose e del malaffare».
Leggi l’articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio Calabria