Nicola Irto si è confermato il signore dell'urna: 4.253 voti in città e 10.333 nel collegio. Primo eletto per distacco di tutto il centrosinistra e nella fortissima lista del Pd ha quasi doppiato per numero di consensi il secondo Giovanni Muraca (l'assessore di Falcomatà si è fermato a 5840 preferenze). Dunque, potrebbe legittimamente affermare «a Reggio il Pd c'est moi» ma non lo fa perché non ama indossare i panni della primadonna, ha troppo stile e crede nel lavoro di squadra. «Sono ovviamente felice per il mio risultato personale, anche perché sono stato sostenuto apertamente da quasi l'intero gruppo comunale del Pd – afferma – tuttavia non posso non registrare che il Pd ha perso in maniera netta e l'ha fatto due volte». Ci spieghi meglio perché il Pd ha perso due volte. «Da Callipo alla Bruni si è confermato lo stesso scarso risultato numerico, forse qualcosa in meno, tuttavia il dato politico rilevante è che con Callipo il Pd era il perno della coalizione, con la Bruni abbiamo dato via anche la nostra leadership inseguendo forze politiche che, nei fatti, non hanno dato nulla in più alla coalizione». Però Conte ha riempito le piazze. «Avrei apprezzato di più qualche voto in più nelle urne e qualche persona in meno in piazza». Una situazione grottesca. Come può uscire il Pd da questa crisi? «Guardando in faccia la realtà, senza nascondersi dietro il dito. Il Pd in Calabria perde perché si è totalmente scollato dalla vita reale dei cittadini. Non si vince restando chiusi nei Palazzi del potere e commissariando il partito ma bisogna confrontarsi quotidianamente con i problemi veri della gente e dare loro attenzione e risposte». Eppure il segretario Letta ha detto che in Calabria è stato solo un problema di tempo, che se n'è perso troppo prima di individuare la Bruni. «Non voglio fare polemica con nessuno. Rivendico solo che le cose che sto dicendo oggi, le ripeto, inascoltato, dalla scorsa primavera. Vogliamo continuare a perdere? Continuiamo a costruirci alibi. La verità è che dopo i ballottaggi, bisognerà aprire un confronto franco e senza rete all'interno del Partito democratico. Le correnti devono essere superate. Bisogna confrontarsi in maniera serena e schietta per superare il commissariamento del partito. Ripartiamo dal nostro popolo, riapriamo i circoli, parliamo con la gente, facciamo politica seriamente e restituiamo alla federazione reggina, e anche alla Calabria, un segretario che si occupi del partito». Alla Regione tornerete all’opposizione. «E faremo un'opposizione intransigente soprattutto per quel che concerne il Pnrr. La Regione deve proporre ciò che serve al nostro territorio e noi saremo attenti su questo tema per ottenere il massimo possibile evitando che qualcuno pensi di fare il solito “copia e incolla” da qualche altra regione».