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Il Comune di Villa San Giovanni dichiara il dissesto

Il consiglio ha approvato il consuntivo 2020 con il debito «non ripianabile» di 6 milioni di euro

È dissesto per la prima volta nella storia della città: lo vota una maggioranza ridotta al minimo e che si sgretola sotto il peso del fallimento che – per quanto tenti di attribuirlo a mancate attestazioni degli uffici e mancate indicazioni del revisore dei conti – è innanzitutto un fallimento politico. Non si dimette la maggioranza di Giovanni Siclari anche se la minoranza glielo chiede, ma attesta un dato: non c’è più una maggioranza politica nei banchi del centrodestra. Lo si vede già all’inizio: il consiglio inizia con un’ora di ritardo perché i consiglieri del centrodestra presenti sono soltanto sei e il numero non è sufficiente per aprire la seduta. Mancano all’appello Maria Giovanna Santoro (presidente del consiglio, giustificata dai colleghi per motivi di salute), Massimo Morgante (che fino all’inizio è per strada davanti a palazzo San Giovanni ma non arriva in sala Caracciolo) e Adelaide Barbalace. Sarà quest’ultima a “salvare” la seduta evitando che la mancanza del numero legale porti allo scioglimento del civico consesso: così sarebbe stato se i due bilanci (rendiconto 2020 e previsionale 2021) non fossero stati approvati entro oggi.

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