Una città confusa si è svegliata con la notizia del dissesto, chiedendosi cosa poi questo vorrà dire per le tasche dei residenti e come cambierà la percezione della politica e dell’amministrazione. Una città senza sindaco, senza giunta, ma che rimane con il consiglio comunale, sempre più assottigliato nei numeri e sempre più lacerato. Oggi il PD spiega le ragioni del suo “no” alle due delibere consiliari relative all’approvazione del rendiconto 2020 e del dissesto: «No a quest’amministrazione; no a questo rendiconto dissestato; alle spese fuori bilancio; alle anticipazioni di liquidità sregolate; alla mancata ricostituzione dei fondi di garanzia; alla lesione del diritto alla conoscenza; alle decisioni nelle segrete stanze; alle macchinazioni di palazzo; alle carriere politiche sulla pelle dei cittadini; alla fuga dalle proprie responsabilità; a chi non ci ha messo la faccia; ai distinguo dell’ultimo momento; a una destra allo sbando che ha trascinato la città nel baratro del dissesto. Il gruppo consiliare PD ha detto no a tutto questo per ottenere lo scioglimento del Consiglio e chiede le dimissioni dei responsabili».
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