In città, con la crisi politica seguente alla sospensione del sindaco Giuseppe Falcomatà (a causa della condanna a un anno e 4 mesi di reclusione - pena sospesa - per abuso d’ufficio sull’assegnazione del grande albergo Miramare insieme ad altri consiglieri comunali e metropolitani ed all’assessore ai lavori pubblici), sono venute a galla due circostanze che tutti sapevano ma che, evidentemente, sono deflagrate pubblicamente proprio in questi giorni. La prima, e forse la principale, è che il sindaco ha dimostrato di avere gestito male la coalizione, i rapporti politici con il Pd e le altre forze, operando scelte sbagliate. La seconda è che blocchi di potere politico di fatto hanno condizionato il secondo tempo dell’amministrazione Falcomatà. Vecchi domini della sinistra cittadina, alcuni di questi fuori dalle poltrone istituzionali per vari motivi ma che allo stesso tempo hanno consentito al sindaco, ora "congelato", di vincere al ballottaggio e che ora chiedono il conto. La data per la discussione nel Partito democratico su quello che sarà del futuro dell’amministrazione comunale e metropolitana è fissata per domani. Arriverà Graziano, che in Calabria guida il Pd, e si vedrà con tutti i big, consiglieri e assessori. La soluzione di questa crisi c'è ed è proprio legata al potere e quindi alle nuove caselle da posizionare perché tutto ruota attorno ai ruoli e non sui progetti. Un Pd inesistente e che non ha futuro, sbarazzato in Calabria alle ultime regionali conta poco o nulla. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio