La leggenda narra che Giorgio fosse un cavaliere errante di fede cristiana, il quale, su un bianco destriero, giunse un giorno in Cirenaica, che era funestata dalla presenza di un terribile drago, la cui forza distruttrice poteva essere contenuta solo da sacrifici umani. Fu proprio il “soldato di Cristo” a salvare dalle fauci del mostro la figlia del re, e come ricompensa non volle né onori né denari, ma che il popolo si convertisse ricevendo il battesimo. Facciamo un salto temporale e arriviamo ai nostri giorni. Se Giorgio, nel frattempo divenuto Santo, venisse ora nella città di cui è patrono contro quale drago si scaglierebbe per salvare Reggio e i reggini? Ne avrebbe l’imbarazzo della scelta. L’unica via d’uscita, oggi, per Reggio sarebbero le dimissioni in massa dei consiglieri comunali che hanno ancora un po’ di amor proprio e per la propria città. Darebbero un bel segnale: non tutto è marcio. E dopo le dimissioni, di corsa verso le elezioni e un governo dei “migliori” per frenare la caduta della città e programmare il suo rilancio. Il ritorno degli aristocratici contro il Tiranno descritto dal prof. Perna. Il problema sarà trovare il Mario Draghi reggino, capace di tenere insieme le forze politiche che vogliono il bene della città e non un volgare inciucio.