Pochissima gente, partecipazione pari a zero. Il Consiglio comunale aperto sulla vicenda dei brogli elettorali è stato un vero flop. Convocata a distanza di mesi, dopo che il comitato che a lungo si è battuto sul tema nonostante avesse lanciato un appello alla grande partecipazione, la seduta si è dovuta scontrare sia con l’emergenza Covid ma anche con l’esigenza del contingentamento dei posti a Palazzo San Giorgio e, al tempo stesso, ha messo in evidenza la pochezza della classe politica locale. I 15 che si erano prenotati per parlare - tra cui molti membri del comitato, di partiti politici ed ex conoscenze della politica cittadina - sono entrati ma in molti non hanno risposto all’appello e qualche cittadino. Tensioni alle stelle già al mattino, con i membri del comitato che hanno denunciato le resistenze all’accesso di alcuni dei partecipanti alla seduta (circostanza questa poi ufficialmente smentita dal Comune). I banchi riservati al pubblico, negli ultimi anni rimasti tristemente vuoti, ieri erano relativamente pieni ma per poco in quanto i membri del comitato hanno deciso dopo poco tempo dall’inizio della seduta di abbandonare l’aula. Prima l’intervento di Beniamino Scarfone del circolo Atreju di Fratelli d’Italia, poi quello di Giuseppe Modafferi di Ancora Italia: «Poniamo un problema di validità di questo Consiglio comunale. Mi sono arrivati messaggi di persone a cui è stato impedito l’accesso. Trasparenza e massima partecipazione popolare devono essere rispettate. Vorremmo un dibattito aperto con la massima partecipazione. Poniamo in seria discussione questo Consiglio».
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