L’accentramento dell’Ato unica calabrese metterebbe a rischio i fondi del Pnrr. La Città Metropolitana non si arrende all’operazione voluta dalla Regione che per la gestione della filiera di depurazione e rifiuti accentra tutto a Catanzaro. Dopo aver chiesto al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi di impugnare la legge regionale che ridisegna l’architettura della struttura, il sindaco facente funzione della Metro City Carmelo Versace prende carta e scrive a Roma. Un appello rivolto non solo a Draghi ma anche ai ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani; delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. «Affinché a tutela dei cittadini della Città Metropolitana e di tutti i calabresi vogliano assumere ogni utile iniziativa affinché il governo della Calabria receda dall’intendimento e sospenda l’attuazione della legge consentendo quanto meno alla Città Metropolitana, in ragione delle sue peculiarità giuridiche ed orfinamentali, di proseguire nella programmazione e gestione dei fondi del Pnrr». Argomenta la propria richieste il sindaco facente funzioni: «A titolo esemplificativo, questa Città Metropolitana, fino ad oggi soggetto giuridico competente per l’Ambito Territoriale Ottimale del territorio ha proposto per i Decreti Economia Circolare del Mite, 8 progetti per il valore complessivo di 98 milioni di euro al fine di integrare la dotazione impiantistica pubblica a servizio del ciclo integrato dei rifiuti. La legge approvata dalla Regione Calabria prevede che tutte le attività Città Metropolitana siano avocate dalla costituenda Autorità, che con ogni probabilità non sarà in grado di proseguire l’attività di programmazione avviata poiché ancora non dispone della struttura tecnica, nè la legge prevede nulla circa la sua costituzione». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio