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Lamberti-Castronuovo conferma: “In campo per salvare Reggio”

Il noto imprenditore rilancia il suo impegno politico

Eduardo Lamberti Castronuovo

In un’altra vita Eduardo Lamberti Castronuovo sarebbe stato un tenore. La sua passione per l’opera è arcinota, dunque non stupisce se iniziamo la nostra chiacchierata con un “Do di petto”. «Io mi candido!», esordisce. E poi spiega: «Non significa “io farò il sindaco” bensì io offro ai miei concittadini la possibilità di approfittare della mia esperienza, della mia passione, per tentare di restituire alla città quanto le hanno tolto. Compresa la dignità. Con umiltà ma nella piena consapevolezza di rispondere alle migliaia di cittadini (mi sono giunte oltre 23.000 mail negli ultimi due anni!) che chiedono il mio coinvolgimento».
Sono gli stessi che hanno manifestato sabato contro l’Amministrazione comunale?
«Penso che la protesta non sia solo di coloro che erano presenti. Molti, come me, si trovavano fuori città, altri non amano sfilare sotto la pioggia, altri ancora, manifestano il loro dissenso verso l’amministrazione tutti i giorni. Altri ancora non si espongono temendo ritorsioni. In ogni caso, ogni corteo democratico va rispettato sia che abbia 1000 sia che ne abbia 100 di partecipanti. Il senso è l'essenza della protesta. E mi sembra che ci fosse tutto, basta guardarsi in giro».
Considerato che si voterà tra tre anni, la sua candidatura non arriva troppo presto?
«I tempi sono cambiati. Ed è in aperta contraddizione con la stessa partecipazione alla manifestazione, dire che chi si è candidato con anticipo “si è bruciato”. Sono regole vetuste e oggi significano nulla. Al contrario, il fatto che si siano registrate disponibilità di rilievo, forse stimolate anche dalla mia dichiarazione inaspettata, è da considerarsi un fatto estremamente positivo, che lascia ben sperare per il futuro di una Reggio, la cui amministrazione ha palesato una totale mancanza di quell’idea di città di cui abbiamo bisogno. Sembra quasi che facciano a gara a realizzare opere, con la gran messe di denaro a loro disposizione, ma qua e là, a macchia di leopardo, senza un progetto globale che, soprattutto, coinvolga i cittadini».

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