Tra due giorni il piano di riequilibrio finanziario del Comune per il risanamento dei conti terminerà. Con l’arrivo del 2023 si aprirà una nuova vita per Palazzo San Giorgio e, si spera, anche per tutta la città. Sembrano lontani i tempi quando alla fine del 2012 dopo lo scioglimento per presunte ingerenze della criminalità organizzata il Comune era preso d’assalto da proteste di tutti i dipendenti delle partecipate ma anche di quelli dell’ente. Una tensione sociale che si spinse fino alla fine del 2013 quando l’allora commissione straordinaria decise di ricorrere alle anticipazioni del fondo di rotazione per far fronte ai servizi essenziali.
Un disordine nel settore bilancio che era stato in precedenza sottolineato dagli esperti del ministero dell’Economia e Finanze che avevano sollecitato misure correttive. Misure che sono arrivate dieci anni addietro con l’adozione del piano di riequilibrio, più volte oggetto di modifiche. Un ricorso alla procedura dello Stato per salvare dal dissesto finanziario quegli enti che non riuscivano a garantire gli equilibri se non grazie a un aiuto pubblico in cambio di rigide misure di contenimento della spesa. Dissesto che l’amministrazione di centrosinistra non ha mai voluto dichiarare scegliendo di andare avanti sulla via del risanamento delle casse.
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