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Gioia Tauro, D’Agostino rompe gli indugi: è il primo candidato sindaco

Raffaele D'Agostino - GIOIA TAURO

Si definisce un viandante nel deserto della politica che ha perso anche la voglia di predicare per mancanza di uditorio l’ex consigliere provinciale Raffaele D’Agostino, sconfitto al ballottaggio dall’attuale sindaco Aldo Alessio e oggi consigliere di minoranza solitario. Dopo tre anni di opposizione “responsabile” per non infierire in periodo pandemico, adesso ne ha per tutti avendo trovato un muro di gomma nella maggioranza e il “vuoto” dall’altra parte: «I miei compagni di banco? Gente alle prime armi – sostiene senza peli sulla lingua – all’inizio avevo cercato di convogliare le energie, non volevo essere io il capo dell’opposizione ma instradarli, non vedendo collaborazione li ho lasciati fare e sono andati allo sbaraglio».
Altrettanto desolante è il quadro riservato all’amministrazione a tre anni e mezzo dall’insediamento: «Il mio giudizio – evidenzia – è assolutamente negativo, i primi due anni c’era l’alibi Covid, il terzo anno era di assestamento perché hanno voluto procedere ad approvare cartacce, ovvero bilanci uno dietro l’altro: si sono assunti responsabilità che non dovevano, il viatico era un altro, era quello di andare a sedersi prima in Prefettura e poi al ministero dell’Interno e non alzarsi più fino a quando i responsabili di quella situazione non fossero venuti fuori».

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