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Città Metropolitana di Reggio, il mistero buffo

Da nove anni in attesa delle famose deleghe ma Germaneto fa orecchie da mercante

Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio

Nove mesi è il tempo in cui nasce un bambino; nove anni, invece, non sono stati sufficienti a fare nascere compiutamente la Città Metropolitana. Un’Istituzione che potrebbe diventare un motore di sviluppo straordinario ma che non riesce a funzionare a pieno regime per colpa della Regione Calabria. Della Città Metropolitana, tutti se ne ricordano in ogni campagna elettorale, ma dal 2014 – da quando è stata istituita con la legge Delrio – attende di diventare operativa con le famose deleghe. Deleghe, funzioni e personale che devono essere trasmessi dalla Regione a Palazzo Alvaro ma passano i governatori (prima Oliverio, poi Santelli e ora Occhiuto) e tutto resta immutabile. Perché è di tutta evidenza che si tratta di una cessione di poteri che la Regione non farà mai a cuor leggero e se non si “svegliano” i consiglieri regionali reggini facendo pressione sul governatore la Città Metropolitana resterà sempre un Ente monco. L’unico in Italia. La Regione Calabria, infatti, a differenza di tutte le altre Regioni (che hanno dato piena attuazione alle altre Città Metropolitane), si è occupata solo marginalmente (dedicando solo due “leggine”) del processo istitutivo della Città metropolitana. Manca, quindi, dopo 9 anni, una legge ordinamentale per il processo di riordino delle funzioni (in precedenza conferite alle Province) e delle funzioni attribuite ai nuovi enti, che fatalmente incrociano le materie di competenza regionale (governo del territorio, trasporto pubblico locale, commercio e industria, acque pubbliche).

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