Il prof. Andrea Filocamo dell’Università Mediterranea ha bocciato il ministro leghista Roberto Calderoli – l’uomo del disegno di legge sull’autonomia differenziata – in Diritto Costituzionale «perché – ha spiegato – il ddl Calderoli non attua completamente il dettato Costituzionale per il quale l’autonomia può essere attuata in coerenza con i principi di solidarietà, perequazione ed equità». E il professore di Politica economica Domenico Marino ha aggiunto: «Sentire che qualcuno in Calabria difenda l'autonomia differenziata, è come vedere i tacchini festeggiare il Natale, perché i danni che ne deriverebbero per la Calabria sono immani, si riducono le risorse e aumenta, di conseguenza, il gap tra le regioni povere e quelle ricche. Da cittadini di questa terra – ha aggiunto Marino –, non possiamo che contrastare questa legge che ci cristallizzerà come cittadini di serie B. Valga su tutti l'esempio della sanità in Calabria dove gli indicatori dei livelli essenziali di assistenza sono in forte criticità; quindi, con l'autonomia differenziata, queste criticità aumenterebbero al punto che curarsi in Calabria sarà un’impresa; meno risorse, meno possibilità di cure».
Nell’aula seminari del Dipartimento Digies dell’Università Mediteranea, ieri mattina, si è parlato di un tema di estrema attualità “Causa ed effetti dell’Autonomia differenziata: cosa cambia in Calabria, nel Sud, in Italia”. Moderato dal giornalista Piero Gaeta, al convegno hanno preso parte oltre ai professori Filocamo e Marino, l’avv. Corrado Mollica, il presidente di Confesercenti Claudio Aloisio, il segretario regionale della Uil Santo Biondo e il sindaco f.f. metropolitano Carmelo Versace. Un confronto a più voci che, però, è stato monotematico: tutti contro quest’autonomia differenziata che, nella migliore delle ipotesi, è destinata a spaccare il Paese mettendo fine all’Unità nazionale. Un riforma pasticciata che il Governo ha accelerato solo per dare un contentino alla Lega. E c'è un passaggio quasi naturale per l’avv. Corrado Edoardo Mollica, con una esperienza alle spalle di componente dell'Osservatorio del Federalismo fiscale dell'Uniric: «L’autonomia differenziata non crea una Regione a Statuto Speciale, ma molto di più. Chi la chiede si porta a casa la fetta di torta più grande. L’autonomia si può fare solo per alcune Regioni, ma solo se altre non la chiedono: e allora perché non la chiede anche la Calabria? Non è la secessione dei ricchi, ma ci sono dei ricchi che vogliono ancora più risorse pubbliche».
Per Santo Biondo, segretario generale della Uil Calabria, è importante restare nel merito della questione, «perché – ha affermato – si sta realizzando un pericoloso percorso al contrario. Da una parte, siamo di fronte a un progetto che sta avendo una forte accelerazione, dall'altra assistiamo a un allentamento del processo di attuazione del Pnrr quindi la necessità è di rafforzare la capacità dei Comuni nel gestire risorse fondamentali per un nuovo sviluppo. L'autonomia non risponde a domande importanti, come si finanziano i livelli essenziali delle prestazioni e come si realizza la solidarietà nazionale, così come prevede l'articolo 119 Costituzione. Quindi, Calderoni mente sapendo di mentire».
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